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Approvato il documento sulla politica europea di vicinato, il Governo non tagli i fondi e vigili sui diritti umani

Martedì 16 Luglio

“Il governo si impegni a sostenere in sede europea l’esigenza di conservare alla PEV il quadro finanziario previsto per il periodo 2014-2020, esentandolo dai tagli che colpiranno le relazioni esterne, e vigili affinché sia assicurata una attenzione prioritaria alla tutela dei diritti umani, alla libertà di espressione, di associazione e di riunione, alla libertà religiosa, al ruolo della società civile e dei sindacati nonché alla discriminazione culturale e sociale”. Queste alcune delle priorità elencate nel documento sulla Politica europea del vicinato redatto da Pia Locatelli e approvato all’unanimità dalla commissione Esteri della Camera.

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Caso Shalabayeva. valutare conseguenze di comportamenti a dir poco anomali

video intervento in aula

Signor Presidente, signor Ministro, la relazione che ci ha letto racconta questa vicenda come se fosse una vicenda di ordinaria amministrazione; invece, è tutto fuorché ordinaria, compresa la rapidità della procedura di espulsione: un record assoluto, quanto ai tempi.
È una vicenda incredibile ! Il primo aspetto incredibile è: quaranta persone per catturarne una. Non trovano questa persona e allora prelevano la moglie e la figlia: come a dire che l'uno vale le altre, ma il problema è che, forse, le altre sono utilissimo strumento di pressione proprio perché non si è trovato l'uno. Di questa vicenda voglio sottolineare l'anomalia, la grave anomalia dei comportamenti, sia della parte italiana sia della parte kazaka.
Però, della parte kazaka io non sono stupita, perché chi ama la democrazia, il rispetto dei diritti umani, le libertà individuali, non sceglie il Kazakistan come Paese in cui vivere. Forse chi vuole fare gli affari sì. Allora, quaranta persone per catturarne una. Ma che tipo di persona è ?
Un criminale internazionale ? Non lo sappiamo, ma noi abbiamo due certezze. Noi lo sapevamo: questo è un ex ministro dell'energia, dell'industria e del commercio. Persona sconosciuta ? Non credo: energia ! E poi, sicuramente è un rifugiato, riconosciuto nel Regno Unito e a cui lo status di rifugiato non è mai stato revocato dal 2009.

Cose strane, perché il reato sulla testa della moglie pende, ma non si considera la possibilità di richiedere la protezione in Italia in conformità con la normativa europea, così come è assolutamente anomalo, in totale difformità con le prassi della UE e del nostro Paese, l'uso dell'aereo. Ma tutto quanto è stato gestito in modo non professionale, non limpido. Ma il problema è: possibile che in nessuno sia scattato il campanello di allarme parlando di Kazakistan, perché la Corte europea non consente l'estradizione in Kazakistan, in quanto la persecuzione giudiziaria è spesso usata per eliminare la dissidenza politica. Noi, forse ineffabili, esprimiamo un giudizio severo, molto severo su questi comportamenti e ci riserviamo di valutarne le conseguenze. Ma è certo che questa vicenda ha gettato un gravissimo discredito a livello internazionale sul nostro Paese e ce ne dispiace, perché noi amiamo il nostro Paese.

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Caso Shalabayeva. L'Italia richiami l'ambasciatore in Kazakistan

“Il Ministro degli Esteri intraprenda tutte le iniziative necessarie per porre rimedio agli errori commessi, a partire dal richiamare, per consultazioni, il nostro ambasciatore in Kazakistan, fino a quando non sarà consentito alla signora Shalabayeva e a sua figlia il rientro in Italia o in un altro Paese a sua scelta, sollecitando gli altri paesi europei a una analoga iniziativa”.

Così Pia Locatelli, presidente del gruppo Misto in Commissione Esteri nel corso del question time sulla vicenda kazaka.

“Come è stato possibile – chiede la parlamentare socialista - . che uno Stato straniero abbia esercitato una tale pressione, che ha portato a un’espulsione in tempi da record, senza che i Ministeri competenti, Esteri e Interni, ne fossero a conoscenza e senza che vi sia stato il necessario coordinamento e il relativo scambio di informazioni.Inoltre è assai anomalo – ha concluso - che la  richiesta di rimpatrio in un Paese noto per il suo trattamento nei confronti dei dissidenti politici e l’esagerato dispiego di mezzi usati non abbiano fatto scattare nessun campanello di allarme”.

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Aborto, il ritorno delle mammane

dal blog Donne di Fatto

14 luglio. A Roma nel 2013 una ragazza di diciassette anni rischia di morire per un’infezione in seguito ad un aborto clandestino. Per 50 euro una coppia di nomadi elargiva consigli e pasticche per mettere fine a gravidanze indesiderate, come facevano le mammane nel secolo scorso. Una pratica, purtroppo, abbastanza diffusa tra il popolo nomade, dove madri spesso bambine partoriscono o abortiscono nel silenzio più totale senza rivolgersi quasi mai alle strutture pubbliche.

In questo caso però pare che la coppia di ginecologi improvvisati fosse una sorta di punto di riferimento per donne disagiate e prostitute.
Allora mi chiedo: che cosa non ha funzionato? Abbiamo una legge sull’aborto che da 35 anni dovrebbe consentire l’aborto legale, sicuro e gratuito per le donne che non possono o non vogliono portare avanti una gravidanza, ma anche e soprattutto, come recita il suo titolo, dovrebbe tutelare la maternità, dando la possibilità a chi vuole essere madre. Evidentemente non è così, o per lo meno non lo è ancora per tutte. continua a leggere su "Donne di Fatto"