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Parlamento, ricostituito il gruppo salute globale e diritti delle donne

Il Gruppo di lavoro parlamentare “Salute globale e diritti delle donne”,  nato per promuovere l’agenda italiana e internazionale sulla cooperazione allo sviluppo nelle aree della salute globale, della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti delle donne, si ricostituisce e inizia i lavori per questa nuova legislatura.

 

Il Gruppo svolgerà un’attività costante di monitoraggio dell’attuazione degli impegni assunti dal Governo italiano, nonché azioni che siano di stimolo per lo stanziamento di risorse, al fine di incrementare la quantità ma anche la qualità degli aiuti allo sviluppo per la salute e i diritti delle donne, ancora oggi non sempre garantiti e non solo nei paesi del Sud del mondo.

 

Il Gruppo fa parte della rete europea EPF, European Parlamentary Forum, che riunisce parlamentari provenienti da tutta Europa impegnati a tutelare la salute globale e, in particolare, la sessuale e riproduttiva sia nei rispettivi paesi che all'estero e a tutelare i dei diritti delle donne con riferimento al Programma d’Azione della Conferenza su Popolazione e Sviluppo del Cairo (1994), alla Piattaforma di Azione della Conferenza sulle Donne di Pechino (1995) e agli Obiettivi di sviluppo del millennio adottati nel 2000.

 

Il Gruppo, aperto a tutte le forze politiche, vede come promotrici le deputate Pia Locatelli e Federica Mogherini. Hanno già dato la loro adesione Deborah Bergamini, Fabrizia Giuliani, Titti Di Salvo, Giulia Di Vita, Maria Edera Spadoni, Irene Tinagli, Sandra Zampa e le senatrici Emilia De Biasi, Valeria Fedeli e Rita Ghedini


La segreteria tecnica del Gruppo sarà affidata ad AIDOS - Associazione italiana donne per lo sviluppo, che ha già svolto questo ruolo nella precedente legislatura.

AIDOS è una ONG riconosciuta idonea in base alla legge 49/87 sulla cooperazione internazionale che lavora per i diritti, la dignità e la libertà di scelta delle donne.

 

30 luglio 2013

 

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Femminicidio, serve un ministero dedicato.

comunicato stampa - testo e video dell'intervento

“Le vicende drammatiche di ieri e oggi dimostrano che nel nostro Paese c’è bisogno di un Ministero dedicato, senza il quale viene inevitabilmente a mancare quell'attenzione necessaria a portare avanti efficaci e continuative iniziative politiche per promuovere la parità e le pari opportunità tra uomini e donne nel nostro Paese e prioritariamente a contrastare la violenza  in tutte le sue molteplici e drammatiche forme”. Così Pia Locateli, presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne e deputata socialista, intervenuta oggi in aula sui due casi di femminicidio di domenica a Massa e di oggi a Turisano in provincia di Lecce.

il video del mio intervento in aula

il testo del mio intervento

Ieri un nuovo caso di femminicidio a Massa: siamo, a fine luglio, a quota settanta donne uccise nel 2013. Ancora  una donna uccisa dal marito: un altro caso in cui il partner non accetta che la loro relazione affettiva  finisca. L'uomo ha sparato anche al nuovo compagno di lei poi, uscito dal bar dove la donna lavorava e dove l’aveva appena assassinata, si è sparato. Avevano due figli: una bambina di 3 anni e un maschio di 10.

L’abbiamo letto sui quotidiani di oggi. Su quelli di domani leggeremo di un altro caso successo nel Salento, a Turisano, dove un uomo ha ucciso la moglie, anche qui dopo una separazione, e poi si è ucciso. I corpi sono stati scoperti nella abitazione dove la donna viveva insieme ai tre figli.

Due nuovi drammi, due nuovi casi di femminicidio, la stessa ragione di fondo che non possiamo non ricordare ancora una volta, perché, come abbiamo già detto in quest’aula, le cause profonde della violenza sono radicate nelle relazioni di potere storicamente ineguali tra uomini e donne, nella discriminazione sistemica basata sul genere e sul pregiudizio culturale della superiorità del maschio rispetto alla femmina.

Abbiamo affrontato il tema della violenza ripetutamente in questa sede, anche grazie al suo impegno e alla sua determinazione, e di questo la ringraziamo, signora Presidente.

Insieme ne abbiamo evidenziato la drammaticità e cercato di spiegarne la complessità e le molteplici facce, abbiamo chiesto e assunto impegni precisi.

Tutti insieme  abbiamo chiesto al governo impegni su quindici punti, come ci avevano chiesto le associazioni di donne, trasformando  i contenuti specifici della Convenzione di Istanbul in singoli obiettivi di intervento. E ci siamo detti che è tempo di atti concreti, tempo di avviare efficaci  azioni di contrasto e insieme di sensibilizzazione, prevenzione, protezione, punizione, rieducazione.

Abbiamo anche deciso il varo di un nuovoPiano nazionale contro la violenza e l’istituzione di un Osservatorio permanente nazionale; accompagnati dalla formazione specializzata degli operatori….

Per queste due donne non siamo arrivati in tempo.

La precedente Ministra delle Pari Opportunità  aveva previsto la istituzione di una task force contro la violenza. Ora Josefa Idem non fa più parte del governo e le sue deleghe sono state distribuite a Ministri e Viceministri che ne hanno già altre.

Abbiamo stigmatizzato questo fatto e chiesto al Presidente del Consiglio di nominare al più presto una nuova Ministra dimostrando che le Pari Opportunità non sono un dicastero di serie B da smembrare alla prima occasione.

Le vicende drammatiche di ieri e oggi dimostrano che nel nostro Paese c’è bisogno di un Ministero dedicato, senza il quale viene inevitabilmente a mancare quell'attenzione necessaria a portare avanti efficaci e continuative iniziative politiche per promuovere la parità e le pari opportunità tra uomini e donne nel nostro Paese e prioritariamente a contrastare la violenza  in tutte le sue molteplici e drammatiche forme.

 

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Laura Prati. Una di noi

il mio ricordo alla Camera dei Deputati

I compagni socialisti di Cardano Al Campo mi hanno scritto l'altro giorno: Laura Prati non c'è più. Ed hanno aggiunto: La sua morte è un grande dolore per tutti noi socialisti. Come se lei fosse del nostro partito e fosse inevitabile che la conoscessimo tutti.

Non l'ho mai incontrata e ne sono dispiaciuta, ho perso molto non conoscendola. Di lei mi hanno scritto che il suo tratto gentile si accompagnava a grande fermezza e determinazione nel perseguire le battaglie politiche, sociali e amministrative di cui era convinta. Donna colta, protagonista autentica del rinnovamento politico e civile nella sua città e nella sua provincia, animata da autentico spirito democratico e laico, fra le più impegnate a difendere i diritti dei cittadini, uomini e donne. Con lei in molti, a partire dai socialisti di Cardano, abbiamo condiviso comuni passioni, di cui è testimonianza ad esempio l'introduzione del Registro del Testamento Biologico nel suo Comune. Eravamo davvero in sintonia, tant'è che qui alla Camera abbiamo da poco presentato un progetto di legge sul tema del testamento biologico.

A questo ricordo di lei, colpita insieme al suo primo collaboratore, il vicesindaco Costantino Iametti, nostro compagno socialista, che per fortuna non ha riportato gravi conseguenze, aggiungo una riflessione.

Solo apparentemente quanto accaduto si può attribuire al gesto di un folle. La violenza contro le istituzioni che Laura incarnava, in realtà, restituisce gran parte di quel clima di livore e contrapposizioni che attraversa la società italiana, troppo spesso alimentato da irresponsabili.

Votata ai valori della solidarietà, dell'uguaglianza, della pace, Laura Prati rappresenta per tutti noi un esempio di virtù civile e politica esemplare e rara nell'Italia contemporanea. Generosa fino alla fine, il prezzo pagato per il suo impegno amministrativo e politico è troppo grande. Mi auguro che la sua vita e la sua scomparsa siano motivo di riflessione.

Le comunità socialiste varesina, lombarda, italiana si stringono intorno ai suoi cari. Il loro dolore è il nostro dolore.

il video del mio intervento in Aula

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Fondo Globale, impegno nella lotta alle pandemie

Giovedì 18 luglio, abbiamo incontrato nella sala “Aldo Moro”della Camera dei Deputati Christoph Benn, Direttore delle Relazioni Esterne del Fondo Globale per la lotta contro l'Aids, la Tubercolosi e la Malaria, costituito al Vertice G8 di Genova nel 2001.

Il Fondo Globale è una istituzione internazionale impegnata a raccogliere e distribuire risorse per prevenire e curare Aids, tubercolosi e malaria. Dalla sua istituzione il Fondo Globale ha sostenuto più di 1.000 programmi in 151 Paesi distribuendo cure contro l’Aidsa 4,2 milioni di persone, contro la Tbca 9,7 milioni di persone, 310 milioni di zanzariere per prevenire la malaria; questi interventi hanno salvato la vita a quasi 9 milioni di persone.

Nel primo decennio di vita del Fondo l’Italia è stata uno dei principali attori e donatori ma negli anni 2011-2013 non ha né partecipato alla gestione né finanziato il Fondo Globale.

L’incontro, cui hanno partecipato alcuni deputate e deputati, tra i qualila sottoscritta, ed esponenti di ONG e realtà associative che lavorano in questi settori, è stata un’occasione per approfondire le attività e gli obiettivi del Fondo. I partecipanti che hanno preso la parola si sono impegnati affinché l’Italia torni a svolgere il suo ruolo nella gestione del Fondoin termini siafinanziari sia politici.

La IV Conferenza di Rifinanziamento del Fondo Globale per la Lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria si svolgerà in autunno: è occasione da non mancare perché l’Italia torni a svolgere un ruolo da protagonista in questo settore, venendo incontro alla speranza del Direttore Benn che ha concluso affermando di comprendere che è una questione di priorità di spesa pubblica, ma augurandosi che il nostro Paese torni a contribuire con quello che potrà dare.

L'Italia rimane uno dei principali donatori del Fondo globale: con 790 milioni di euro di contributi (circa 1,1 miliardi di dollari) versati al Fondo globale sin dall'inizio (2002) delle sue attività, risulta l'ottava nazione donatrice. Anche con l'aiuto del nostro Paese il Fondo globale ha sostenuto diversi programmi, come quello in Etiopia, dove sono stati realizzati progressi eccezionali nella lotta contro Hiv e Aids: riduzione del 25% delle nuove infezioni; decessi Aids-correlati quasi dimezzati, passando da 99.000 a 45.000 fra il 2005 e il 2009; prevalenza dell'Hiv ridotta di più dell'80% fra il 2001 e il 2010.

"Benché non abbia agito né contribuito al Fondo globale nel periodo 2011-2013 - confida Benn in un incontro con i giornalisti - noi speriamo di rivedere l'Italia alla riunione dei donatori per ricostituire le risorse del Fondo globale che si terrà a novembre. Gli Stati Uniti hanno già annunciato di voler donare 1,6 mld di dollari solo per il 2014, la Germania darà 600 mln in 3 anni, la Francia un miliardo. E ci sono anche Paesi in fortissime difficoltà economiche che contribuiscono, come Portogallo,Irlanda, ealcuni Paesi africani.