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Bene la vittoria del socialista Hollande, ora puntiamo all’Eliseo

intervista a L'Avanti! del 24 aprile 2012

L’Eliseo non è ancora targato Hollande. Con buona probabilità lo sarà, ma per esserne sicuri bisogna ancora aspettare due settimane. Quindi, prima ancora che alleati di altri paesi spendano questa vittoria come vento positivo che investirà anche il loro Paese, è necessario stare a guardare e, nel caso, prendere il meglio della candidatura socialista francese senza mettervi cappello impropriamente. Anche perché la percentuale con cui ha vinto il candidato (28,6%) non è certo così distante da quella dell’uscente Sarkozy (27,1%); quindi, solo dopo il 6 maggio si saprà quello che presumibilmente in molti sperano, e non soltanto in Francia, cioè che il socialista abbia la meglio.
Salvo stravolgimenti dell’ultim’ora Hollande dovrebbe farcela, ma “guai ad abbassare la guardia”. A esserne convinta è Pia Locatelli, vicepresidente dell’Internazionale Socialista e Presidente dell’Internazionale socialista donne, secondo cui “la vera vittoria è essere riusciti ad avere un vantaggio al primo turno rispetto al presidente uscente”, cosa insolita rispetto la prassi politica transalpina. Ma ciò non toglie che “non si deve perdere per strada neanche un voto”.
“Il grande e dilagante entusiasmo in seguito al risultato di domenica in Francia – spiega la Locatelli – non è del tutto giustificato e non deve assolutamente far perdere ai socialisti francesi quella concentrazione che li ha portati a primeggiare su Sarkozy, che rimane comunque forte in campagna elettorale, lo abbiamo visto rispetto ai sondaggi che lo davano già quasi per spacciato al primo turno. In definitiva, ogni persona orientata a sinistra deve andare a votare”.
Inutile dire che a saltare agli occhi è il risultato, del tutto inaspettato, dell’estrema destra di Marine Le Pen, che con il suo quasi 18% è entrata nella storia delle presidenziali francesi al primo turno, facendo addirittura meglio del padre. La percentuale della Le Pen “è segno della disaffezione alla politica, del bisogno di cambiamento che anche la Francia vive. Il risultato – secondo la Locatelli – non dice che i francesi vedano l’estrema destra come la soluzione francese, ma l’esigenza che vivono del cambiamento: un modo per dire ‘basta’ a tutto quello che c’è stato finora”. Inutile nascondere che in quei voti non ci sono soltanto lo spirito estremista che la candidata esprimeva, quanto una buona dose di politica sciovinista e antieuropeista che comunque caratterizza i francesi.
“La Le Pen è stata molto brava nell’ingentilire il suo aspetto, nel far riemergere lo spirito e l’orgoglio nazionale francese – continua la Presidente dell’Internazionale Socialista donne – un sentimento che c’è anche negli elettori di sinistra”. Su dove dirotterà le preferenze del suo elettorato la Locatelli è certa: “Dopo aver condotto una campagna anti Sarko’ non può certo dire di votarlo in seconda battuta. E’ naturale che una parte dell’elettorato di estrema destra rivolgerà le proprie preferenze al candidato uscente, altri non andranno proprio a votare e chissà che i rimanenti non vadano allo stesso Hollande”.
Per diverso tempo il marito di Carlà aveva pubblicizzato un asse franco-tedesco che “forse già da un po’ non era poi così forte”. Secondo la Locatelli era Sarkozy a “tentare di far apparire salda un’alleanza che scricchiolava già da qualche mese”. Ma già ieri in tardo pomeriggio alcuni – forse tra i refrattari al possibile cambiamento socialista – davano la colpa ai risultati del primo turno francese dell’ulteriore ribasso di buona parte dei mercati europei. Un modo forse per mettere paura ai francesi in previsione della seconda parte della tornata elettorale che li vedrà recarsi al seggio il prossimo 6 maggio. “Francamente non credo che i mercati siano poi così attenti a quanto dicano i politici – spiega da par suo la Locatelli – piuttosto è la presunzione dei politici a farli credere così influenti. Ma i mercati hanno una visione ben più lunga delle semplici parole di un politico, basti pensare a quanto accaduto in Italia: è vero che l’ex presidente Berlusconi ha contribuito al collasso economico del nostro Paese, ma è altrettanto vero che non è bastato l’arrivo di Monti per risollevarci da tutti i nostri problemi. Quanto meno non nel breve periodo”.
In ultima battuta, “credo che vincerà Hollande”. Questa la convinzione della Locatelli, secondo cui però “i socialisti francesi devono continuare a battersi in queste ultime due settimane con la stessa forza e convinzione con cui hanno condotto l’intera campagna elettorale”. E con uno sguardo all’Italia, dove in molti già pregustano la vittoria della sinistra socialista francese, la Locatelli avvisa: “Noi per primi, in quanto socialisti, siamo stati i sostenitori di Hollande, così come l’è stata una buona parte del Pd, tolti quelli che invece hanno invitato il segretario Bersani ad appoggiare l’altro candidato, quello di centro Francois Bayrou che ha totalizzato poco più del 9%”. Coesione e unità, anche fuori l’Europa, questo il messaggio. E nella chiosa finale la Locatelli non nasconde poi come tutti i progressisti riformisti d’Europa siano già dentro il Pse, quindi “quello che ci auguriamo è che anche tutto il Pd entri a far parte di questa grande famiglia del socialismo europeo”.

di Giampiero Marrazzo