CEDAW
Convenzione Onu per l'eliminazione della discriminazione contro le donne
Vedi PDFRapporto redatto nel 2011 sull'attuazione da parte dell'Italia
Elezioni amministrative a Desenzano
18 aprile 2012 - incontro con i candidati del centrosinistra
dal "Corriere del Garda" del 21 aprile 2012:
Guglielmo Tosadori a sostegno della candidata sindaco Rosa Leso: “Non possiamo più permetterci che i giovani debbano emigrare per la casa”
Con gli ideali si sopravvive anche a 120 anni di storia. Con attenzione alle persone, ai bisognosi, alla creazione di opportunità, al territorio, alla cultura e alla partecipazione civica i socialisti, dopo anni nazionali turbolenti, guardano all’immediato futuro di Desenzano candidando Guglielmo Tosadori nella lista PD che, assieme alla civica “Aria nuova per Desenzano”, sostiene la candidata sindaco Rosa Leso.
A sostenere questa candidatura nei giorni scorsi è arrivata a Desenzano la nota Pia Locatelli, Presidente dell'Internazionale Socialista Donne, Vicepresidente dell’Internazionale Socialista ed europarlamentare (2004/09), che in apertura di un apprezzato intervento, guardando ai 9 candidati sindaco in corsa per il 6 e 7 maggio, ha detto: “Il fiorire di liste mi preoccupa, mi sembra un fiorire di liste che sono solo una dispersione per progetti più individuali che politici e questo non aiuta i cittadini, anzi crea confusione. I sondaggi dicono che l’astensionismo è sempre più alto, quindi andrà avanti chi ha più determinazione, che in questo periodo non significa avere anche più ideali”.
“Siamo contenti, l’obiettivo essenziale - spiega la segretaria provinciale dei socialisti Maria Cipriano - era di trovare una coalizione vincente sul centrodestra e quindi trovare unito il centrosinistra e alcune vicende questo lo hanno impedito per scelte miopi di alcuni partiti che dovrebbero essere del centrosinistra, frazionando i voti. Altra scelta miope di queste elezioni è stata il nascere di tante civiche con gente dei partiti… Siamo però tutti civici, nel senso che guardiamo agli interessi dei cittadini e della comunità. Speriamo di portare la vittoria di questo centrosinistra, non di chi ci si dice impropriamente di centrosinistra standone fuori. Speriamo nella vittoria di Rosa Leso su chi in questi anni ha fatto tanti danni alla città”.
Il progetto di sostegno alla Leso racchiude 32 persone, con anime certamente diverse: “La lista 'Aria Nuova per Desenzano' - spiega la candidata - accoglie Stefano Bianchi dell’Api, l’altra Guglielmo Tosadori dei socialisti: è importante e significativo che due parti abbiano scelto un progetto diverso dal concetto delle alchimie politiche ancora imperante. I candidati sono stati più attenti alla loro immagine e ai loro interessi. Questi due partiti invece hanno scelto meno visibilità. Il civismo è interno a ogni partito nella misura in cui si mette al servizio del territorio”.
Il candidato Tosadori, dal canto suo, ha detto: “Non possiamo più permetterci che i giovani debbano emigrare per cercare casa perché qua i prezzi sono inaccessibili. Destinerei non poche risorse ai meno abbienti: giovani e anziani, perché, come dice la Leso, prima vengono le persone”.
Bene la vittoria del socialista Hollande, ora puntiamo all’Eliseo
intervista a L'Avanti! del 24 aprile 2012
L’Eliseo non è ancora targato Hollande. Con buona probabilità lo sarà, ma per esserne sicuri bisogna ancora aspettare due settimane. Quindi, prima ancora che alleati di altri paesi spendano questa vittoria come vento positivo che investirà anche il loro Paese, è necessario stare a guardare e, nel caso, prendere il meglio della candidatura socialista francese senza mettervi cappello impropriamente. Anche perché la percentuale con cui ha vinto il candidato (28,6%) non è certo così distante da quella dell’uscente Sarkozy (27,1%); quindi, solo dopo il 6 maggio si saprà quello che presumibilmente in molti sperano, e non soltanto in Francia, cioè che il socialista abbia la meglio.
Salvo stravolgimenti dell’ultim’ora Hollande dovrebbe farcela, ma “guai ad abbassare la guardia”. A esserne convinta è Pia Locatelli, vicepresidente dell’Internazionale Socialista e Presidente dell’Internazionale socialista donne, secondo cui “la vera vittoria è essere riusciti ad avere un vantaggio al primo turno rispetto al presidente uscente”, cosa insolita rispetto la prassi politica transalpina. Ma ciò non toglie che “non si deve perdere per strada neanche un voto”.
“Il grande e dilagante entusiasmo in seguito al risultato di domenica in Francia – spiega la Locatelli – non è del tutto giustificato e non deve assolutamente far perdere ai socialisti francesi quella concentrazione che li ha portati a primeggiare su Sarkozy, che rimane comunque forte in campagna elettorale, lo abbiamo visto rispetto ai sondaggi che lo davano già quasi per spacciato al primo turno. In definitiva, ogni persona orientata a sinistra deve andare a votare”.
Inutile dire che a saltare agli occhi è il risultato, del tutto inaspettato, dell’estrema destra di Marine Le Pen, che con il suo quasi 18% è entrata nella storia delle presidenziali francesi al primo turno, facendo addirittura meglio del padre. La percentuale della Le Pen “è segno della disaffezione alla politica, del bisogno di cambiamento che anche la Francia vive. Il risultato – secondo la Locatelli – non dice che i francesi vedano l’estrema destra come la soluzione francese, ma l’esigenza che vivono del cambiamento: un modo per dire ‘basta’ a tutto quello che c’è stato finora”. Inutile nascondere che in quei voti non ci sono soltanto lo spirito estremista che la candidata esprimeva, quanto una buona dose di politica sciovinista e antieuropeista che comunque caratterizza i francesi.
“La Le Pen è stata molto brava nell’ingentilire il suo aspetto, nel far riemergere lo spirito e l’orgoglio nazionale francese – continua la Presidente dell’Internazionale Socialista donne – un sentimento che c’è anche negli elettori di sinistra”. Su dove dirotterà le preferenze del suo elettorato la Locatelli è certa: “Dopo aver condotto una campagna anti Sarko’ non può certo dire di votarlo in seconda battuta. E’ naturale che una parte dell’elettorato di estrema destra rivolgerà le proprie preferenze al candidato uscente, altri non andranno proprio a votare e chissà che i rimanenti non vadano allo stesso Hollande”.
Per diverso tempo il marito di Carlà aveva pubblicizzato un asse franco-tedesco che “forse già da un po’ non era poi così forte”. Secondo la Locatelli era Sarkozy a “tentare di far apparire salda un’alleanza che scricchiolava già da qualche mese”. Ma già ieri in tardo pomeriggio alcuni – forse tra i refrattari al possibile cambiamento socialista – davano la colpa ai risultati del primo turno francese dell’ulteriore ribasso di buona parte dei mercati europei. Un modo forse per mettere paura ai francesi in previsione della seconda parte della tornata elettorale che li vedrà recarsi al seggio il prossimo 6 maggio. “Francamente non credo che i mercati siano poi così attenti a quanto dicano i politici – spiega da par suo la Locatelli – piuttosto è la presunzione dei politici a farli credere così influenti. Ma i mercati hanno una visione ben più lunga delle semplici parole di un politico, basti pensare a quanto accaduto in Italia: è vero che l’ex presidente Berlusconi ha contribuito al collasso economico del nostro Paese, ma è altrettanto vero che non è bastato l’arrivo di Monti per risollevarci da tutti i nostri problemi. Quanto meno non nel breve periodo”.
In ultima battuta, “credo che vincerà Hollande”. Questa la convinzione della Locatelli, secondo cui però “i socialisti francesi devono continuare a battersi in queste ultime due settimane con la stessa forza e convinzione con cui hanno condotto l’intera campagna elettorale”. E con uno sguardo all’Italia, dove in molti già pregustano la vittoria della sinistra socialista francese, la Locatelli avvisa: “Noi per primi, in quanto socialisti, siamo stati i sostenitori di Hollande, così come l’è stata una buona parte del Pd, tolti quelli che invece hanno invitato il segretario Bersani ad appoggiare l’altro candidato, quello di centro Francois Bayrou che ha totalizzato poco più del 9%”. Coesione e unità, anche fuori l’Europa, questo il messaggio. E nella chiosa finale la Locatelli non nasconde poi come tutti i progressisti riformisti d’Europa siano già dentro il Pse, quindi “quello che ci auguriamo è che anche tutto il Pd entri a far parte di questa grande famiglia del socialismo europeo”.
di Giampiero Marrazzo