Pari opportunità, istituire subito il Ministero
1 agosto
“Istituire il Ministero per le pari opportunità, o in alternativa individuare presso la Presidenza del Consiglio una figura cui assegnare le stesse deleghe e che abbia anche il compito di valutare prima e verificare poi l’impatto di genere di tutti i provvedimenti assunti”. E’ quanto si chiede in una mozione a prima firma Pia Locatelli, presentata nel giorno dell’entrata in vigore della convenzione di Istanbul.
“Con l’eccezione dell’attuale governo – si legge nella mozione - dal 1996 l’esecutivo ha sempre previsto nella sua composizione o il Ministero per le Pari Opportunità o una figura che ne avesse le deleghe, e le esperienze di questi ultimi mesi sembrano indicare che senza un dicastero dedicato non ci possano essere l’attenzione e l’impegno necessari a portare avanti tempestivamente efficaci politiche di genere e delle pari opportunità”.
“Mentre la nuova composizione di Parlamento e Governo ci colloca in posizione dignitosa per rappresentanza politico-istituzionale, il nostro Paese continua ad essere fanalino di coda in molti altri campi, in particolare nel mondo del lavoro e in generale dell’empowerment economico, con significativi ritardi nelle attuazioni delle politiche per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica”.
Violenza donne, in vigore la Convenzione di Istanbul
31 luglio 2014
“Domani primo agosto entra ufficialmente in vigore la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica - meglio nota come "Convenzione di Istanbul", e sono felice di ricordare che l’Italia ha svolto un ruolo importante in questo percorso, essendo stata tra i primi paesi europei a farla propria, ratificandola con la legge approvata il 27 giugno 2013.
La prima legge approvata da questo Parlamento che non a caso vanta la più alta percentuale di donne nella storia dell’Italia repubblicana. L’entrata in vigore della Convenzione è un passo fondamentale nella prevenzione di un fenomeno ormai strutturale e la legge che abbiamo successivamente approvato contro il femminicidio e la violenza ne è un fondamentale corollario. Peccato che questi provvedimenti non siano stati accompagnati dagli strumenti indispensabili a renderli efficaci”. Lo ha detto Pia Locatelli in un intervento di fine seduta
"In quella legge, lo ricordo, è previsto lo stanziamento di fondi (pochi, pochissimi) per il piano antiviolenza. I fondi non sono stati ancora sbloccati e il piano sarà disponibile a ottobre. Come ricordai all’allora governo Letta, una legge da sola non basta. Bisogna applicarla in tutte le sue parti e questo non è stato fatto."
Riforme, parità di genere passo di civiltà ora anche nella legge elettorale
29 luglio
“Ogni passo avanti per affermare una rappresentanza equilibrata di uomini e donne nelle istituzioni è un importante segno civiltà”. Lo ha detto Pia Locatelli, commentando l’approvazione dell’emendamento che sancisce il principio di parità e non discriminazione tra generi nelle leggi elettorali. “Siamo grate alle colleghe senatrici Fedeli e Cirinnà per aver assunto l’iniziativa e conseguito il risultato.
Ci auguriamo adesso che il Senato faccia altrettanto nella legge elettorale, accogliendo gli emendamenti bipartisan che avevamo presentato alla Camera vergognosamente bocciati dal voto segreto”.
Crisi in Medioriente, entro il 2015 la Ue riconosca lo stato palestinese
29 luglio
“Non possiamo rimanere inattivi, accettando che domini la forza, che è inefficace prima ancora che moralmente sbagliata, dobbiamo cercare soluzioni nuove, coraggiose, che aiutino le parti ragionevoli ad arrivare all’accordo di pace basato sulla soluzione di due Stati come sempre richiesto dall’ONU”. Lo ha detto Pia Locatelli intervenendo alla Camera nel dibattito seguito all’informativa della ministra degli Esteri Mogherini sulla crisi israelo-palestinese.
“La nostra proposta impegna l'Unione europea, proprio nel semestre a Presidenza italiana, a stabilire una data, indicativamente la fine del 2015, alla scadenza della quale l'Unione europea si impegna a riconoscere lo Stato della Palestina. Noi pensiamo che questa proposta possa costituire una legittimazione ulteriore delle istituzioni palestinesi e della Presidenza Abbas e, al tempo stesso, possa costituire monito e sostegno per la parte israeliana per ritornare al negoziato con gli interlocutori a questo legittimati non dalla forza, ma dalla loro effettiva rappresentatività e dal riconoscimento della comunità internazionale”.
Utoya, tre anni fa la strage dei giovani socialisti
27 luglio
22 luglio 2011 una bomba esplose davanti agli edifici del governo di Oslo. Morirono otto passanti. A piazzare l’esplosivo, il nazionalista norvegese Anders Breivik, che, subito dopo, vestito da agente della polizia norvegese, si diresse verso l’isola di Utoya, nel lago Tyrifjorden, che ospitava circa 600 giovani socialisti per il consueto campo politico organizzato dal partito laburista, e iniziò a sparare all'impazzata. Fu un bagno di sangue: 69 morti.
In ricordo delle vittime il 27 luglio si è svolta una regata a Trevignano Romano nel corso della quale tutte le imbarcazioni partecipanti avevano a bordo una bandiera della Norvegia. Al termine della regata si è svolto un dibattito sul tema al quale hanno partecipato Luca Mariani autore del libro "Il silenzio sugli innocenti - Le stragi di Oslo e Utoya", e Pia Locatelli.
Congresso del Psoe, uguaglianza per uscire dalla crisi
26 luglio
“I divari di genere stanno scomparendo non perché le donne abbiano migliorato la loro situazione, ma perché gli uomini hanno assistito a un peggioramento in termini relativi della propria. Siamo tutti più uguali ma, ahimè, tutti più poveri/e, più disoccupati/e, con minori servizi disposizione, forse tutti, o in tanti, più infelici”.
Lo ha detto Pia Locatelli a Madrid, aprendo, al Congresso del Psoe la tavola rotonda “Uguaglianza come risposta alla crisi”, indicando alcuni punti per raggiungere “l’uguaglianza al rialzo”.
“La spesa sociale - ha aggiunto - dovrebbe essere destinata e dare priorità ai servizi, servizi di qualità, e non distribuita sotto forma di voucher, soldi al posto dei servizi. Ciò ha comportato una riduzione nell’offerta di servizi pubblici che sono stati caricati sulle spalle delle donne. I fondi europei dovrebbero essere destinati prioritariamente a infrastrutture sociali, più che a infrastrutture fisiche: salute, cura, educazione, formazione, ricerca, sviluppo, comunicazione. Questi sono gli ambiti cui dare priorità. Dobbiamo convincere i governi che la realizzazione dell’uguaglianza nell’accesso ai diritti e la parità di genere sono fonte di sviluppo e non un onere da sostenere”.