Cannabis, ora impegno di tutti per calendarizzare il provvedimento
15 luglio
“La legalizzazione della cannabis è uno strumento per togliere dalle mani della malavita organizzata il traffico e consentire il controllo del fenomeno del consumo di cannabis senza per questo incentivarlo”. Lo ha detto Pia Locatelli, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis.
“Siamo convinti che il tema vada affrontato senza furori ideologici, tenendo conto da un lato dell’aspetto giuridico e penale e dall’altro di quello della salute, considerato che spesso sono coinvolti giovani. Sul primo fronte riteniamo che non servono scorciatoie punitive e repressive nei confronti dei consumatori e delle consumatrici: la repressione stimola il gusto della trasgressione in particolare tra i giovani e giovanissimi consumatori e consumatrici, portando a risultati opposti a quelli che si intende perseguire. Per quanto riguarda l’aspetto legato alla salute, dobbiamo impegnarci sul fronte della prevenzione e dell’informazione, e a questo serviranno gli introiti derivanti dalla legalizzazione, per contrastare la crescente diffusione del fenomeno delle dipendenze che non riguardano solo l’uso di droghe più o meno leggere, ma anche l’alcool, il fumo, i farmaci, tutte forme di dipendenza che possono provocare danni gravissimi. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro, ora dobbiamo spingere affinché il provvedimento venga calendarizzato al più presto e non resti lettera morta, come spesso accade quando si tratta di diritti”.
Addio a Willer Bordon: laico, riformista, liberale
15 luglio
“Per molti anni Willer Bordon ha camminato a fianco dei socialisti, nella tormentata strada della seconda Repubblica, sempre alla ricerca di un approdo che fosse genuinamente laico e saldamente ancorato nel centrosinistra ai valori del riformismo. Qualcuno gli rimproverò di aver cambiato molte volte “casa”, ma è un rimprovero erroneo perché i valori di riferimento, quelli, non li ha mai cambiati”. Così Pia Locatelli ha ricordato alla Camera Bordon, morto martedì 14 luglio.
Iscritto insieme al PCI e al Partito Radicale e successivamente al PDS, Bordon lasciò quel partito nel 1993, che, da laico, riformista e liberale quale era, gli andava stretto e aderì ad Alleanza Democratica di Mario Segni, del repubblicano Bogi, di Adornato. L'idea era di dar vita ad un'ampia coalizione di centrosinistra, preparando un sistema bipartitico che non si realizzò mai. Alle elezioni politiche del 1994, Alleanza Democratica superò di poco l'1 per cento e nelle europee, assieme al PSI di Ottaviano Del Turco, si fermò all'1,8 per cento. Quel partito non sopravvisse a lungo ai marosi della cosiddetta seconda Repubblica, ma Bordon continuò seguendo un percorso sempre interno al centrosinistra con Di Pietro e poi con Unione Democratica di Giorgio Benvenuto e dei Socialisti e poi ancora si ritrovò nei Democratici di Romano Prodi e nel 2001 aderì al progetto di Lamberto Dini, nella cui lista c'erano anche i Socialisti di Boselli. Poi passò alla Margherita per lasciare il seggio da senatore nel 2008, anche per protesta contro l'evoluzione del Partito Democratico, ritenuto solo una sommatoria di partiti.
Un intergruppo per aiutare la Tunisia
15 luglio
Alla luce degli ultimi tragici avvenimenti del Museo del Bardo e di Sousse e a seguito della visita in Tunisia del Presidente della Repubblica, che ha assicurato la massima collaborazione dell'Italia al nuovo governo tunisino democraticamente eletto e legittimato dalla volontà popolare, si è ricostituita in Parlamento l'Associazione dei parlamentari amici della Tunisia, alla quale ha aderito Pia Locatelli.
L’Associazione era già attiva nelle precedenti legislature e in circa 15 anni di attività aveva avviato una strettissima collaborazione con la rappresentanza diplomatica tunisina in Italia e con le Autorità tunisine, ottenendo ottimi risultati, grazie, soprattutto, alla realizzazione di diverse iniziative.
La Tunisia, com’è noto, vanta una storia millenaria che la lega in modo particolare all’Italia con la quale, oltre ad avere nel Mediterraneo una contiguità geografica, mantiene da sempre consolidati rapporti di collaborazione in svariati settori (lotta al terrorismo, cultura, economia, turismo). L’Associazione ha il fine di contribuire al rafforzamento delle relazioni fra i due Paesi e di offrire un segnale concreto della volontà dell’Italia di affiancare la Tunisia in questa fase di rilancio e sviluppo della sua economia, ma soprattutto di consolidamento della sua giovane democrazia.
Matrimoni precoci e forzati mozione, per fermare ignobile pratica
13 luglio
“Sono 146 i Paesi dove le ragazze possono sposarsi al di sotto dei 18 anni e in ben 52 possono farlo anche prima di compiere i 15 anni. Ma anche dove la legge lo impedisce, si verificano casi limite di matrimoni combinati con bambine anche di 8 o 10 anni. I matrimoni precoci e forzati sono una seria minaccia alla salute fisica e psichica di giovani donne e bambine, a partire dalla loro salute sessuale e riproduttiva: rischi, per non dire certezze di gravidanze precoci, frequenti e non volute, alti tassi di morbilità e mortalità materna ed infantile, malattie trasmesse sessualmente, compreso Hiv / Aids, crescente vulnerabilità alle più diverse forme di violenza”.
Lo ha detto Pia Locatelli, intervenendo alla Camera per illustrare la mozione, che ha presentato come prima firmataria, contro i matrimoni forzati e precoci.
La mozione, sottoscritta da 56 deputati e deputate di tutti gli schieramenti, impegna il governo a dare attuazione alla risoluzione Onu contro i matrimoni precoci e forzati; a sostenere a livello globale una rinnovata campagna per prevenire ed eliminare questa pratica che viola i diritti umani delle bambine e a sostenere finanziariamente programmi e progetti di cooperazione internazionale per la prevenzione e l'abbandono dei matrimoni di minori, precoci e forzati.