Discussione generale
Nelle ultimissime legislature sono state presentate alcune proposte su questo tema. Io ne cito quattro perché hanno fatto un po’ la storia. Nel 2002, il deputato Franco Grillini, presente una pdl intitolata «disciplina del patto civile e di solidarietà e delle unioni di fatto», i Pacs, che riproponevano in Italia la legge approvata in Francia tre anni prima. Nel febbraio 2007, le allora Ministre, Barbara Pollastrini e Rosy Bindi, presentano un altro testo «diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi», i Dico, impegnate a cercare il consenso dell’ala cattolica, infatti bastava una raccomandata con ricevuta di ritorno per dare avvio formale alla convivenza. Nel luglio 2007, arrivano i Cus, che nessuno ricorda, i contratti di unione solidale per iniziativa di Cesare Salvi, presidente della Commissione giustizia del Senato. Ed infine fu il Ministro Brunetta a proporre i Didoré, acronimo per diritti e doveri di reciprocità dei conviventi, era la fine del 2008. Poi silenzio per un po’ di anni. Nessuna di queste proposte è riuscita a diventare legge, ma la storia non inizia tredici anni fa, è una storia molto più lunga avviata nella seconda metà degli anni Ottanta, quando noi donne socialiste incominciammo elaborare politiche organiche per le famiglie, dieci proposte di legge che parlavano di assegni di maternità e di congedi parentali, di asili nido e consultori familiari, che ancora oggi sono insufficienti, di detrazione di imposta per babysitter, e ci siamo arrivati, di famiglie di fatto, di affido e di adozione cioè il tema di oggi.
Ma perché ho voluto ripercorrere rapidissimamente questa storia ? Perché la storia ci serve a capire il presente e ci ha aiutato nelle decisioni. Oggi, dopo un quarto di secolo, siamo nelle condizioni di fare un passo avanti, di cambiare qualcosa. Ci sono aspetti del testo che ci arriva dal Senato che vanno apprezzati e va apprezzato soprattutto il fatto che finalmente si porta a conclusione un iter legislativo. Un passo avanti, certo, ma ne restano molti da compiere, perché il testo di oggi è il risultato di un compromesso già a sua volta frutto di un compromesso e quindi il compromesso, del compromesso, del compromesso.
Nel merito che dire ? È un testo base da migliorare, tenendo presenti alcune considerazioni. La prima, credo che possiamo dirci tutti d’accordo, almeno noi che abbiamo una cultura europea e che condividiamo i valori e principi europei, è che le persone non possono essere discriminate sulla base del loro orientamento sessuale. Ma nel testo è stato cancellato ogni riferimento al matrimonio e alle famiglie. Perché le persone con identità sessuale o con orientamento sessuale diverso, e ovviamente lo dico tra virgolette, non hanno diritto a chiamarsi famiglia ? Perché ? Un altro indice del considerare inferiori le unioni delle coppie omo: la cancellazione dell’obbligo di fedeltà nel loro rapporto. Ecco noi socialisti abbiamo pensato all’inizio che fosse una sorta di sberleffo alle coppie omo e invece è qualche cosa di più profondo, è la manifestazione di un atteggiamento insieme di disistima, di svalorizzazione e di discriminazione, una sorta di dichiarazione che l’amore tra persone dello stesso sesso non ha la stessa profondità e solidità che c’è, o può esserci, tra persone di sesso diverso. Ma non è così !
Infine lo stralcio della stepchild adoption. È stato detto che si stralcia questo articolo, perché il tema dell’adozione andrà affrontato nella sua delicatezza e complessità con un apposito provvedimento per regolare la materia in modo organico.
Ecco, allora, se davvero ci sta a cuore l’interesse dei minori, non possiamo non pensare che, se questi minori dovessero perdere il genitore biologico, con questa legge ne perdono due di genitori, perché non si è stabilito il rapporto giuridico, e quindi dobbiamo rimediare. È una legge da aggiustare, però abbiamo superato una sorta di tabù, che questo tema non è stato affrontato per anni.
È un avvio; non è un bellissimo avvio, ma è un avvio.