26 Giugno 2013 Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013
Signor Presidente, questo Governo è nato con una forte caratterizzazione europeista, allo stesso tempo, è consapevole che questa Europa va cambiata, migliorata, tant’è che il Presidente Letta ha affermato che l’Europa così com’è oggi non va bene, deve trovare nuove motivazioni e cambiamenti significativi. Noi siamo completamente d’accordo. Ma qual è il nodo della questione ? È che l’aver scelto, nel 1992, il coordinamento tra politiche nazionali per sorreggere l’euro, ha interrotto, deviato un percorso di integrazione che aveva portato il Trattato UE ad essere sempre più costituzionalizzato: i diritti dei cittadini, l’istituzione del Parlamento, e così via. I Paesi membri decisero per il metodo di coordinamento aperto, perché non volevano cedere responsabilità economiche e fiscali a livello superiore e credettero, o fecero finta di credere che bastasse organizzare la convergenza delle politiche economiche nazionali per sostenere la moneta unica, negando la possibilità di shock simmetrici. Fu una scelta per salvaguardare poteri e responsabilità nazionali sui propri bilanci, per difendere la propria sovranità finanziaria.
Ci ha sorpreso la crisi in questa dimensione orizzontale e, per farvi fronte, si è cercato di rendere vincolanti quelle che un tempo si chiamavano, ed erano, raccomandazioni. Ma l’effetto è stato rovinoso. Gli Stati si sono trovati molto più vincolati di quanto non accade in nessuna organizzazione federale e, in questo clima, ciascuno attribuisce la responsabilità all’altro, perché non c’è un livello federale che assuma la responsabilità politica delle decisioni. Noi riteniamo che sia giunto il momento per spostarsi sull’altro binario, quello dell’integrazione verticale, attraverso il rafforzamento del potere sovranazionale, riprendendo il cammino del progetto dei padri fondatori, che prevedevano la costituzione degli Stati Uniti d’Europa