19 marzo 2014 Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo di Bruxelles del 20 e 21 marzo 2014, nonché sullo stato dell’economia e della finanza pubblica
Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, desidero esprimere a lei e alla Ministra Mogherini l’apprezzamento del gruppo socialista per aver finalmente concluso positivamente il percorso di avvicinamento del Partito Democratico alle famiglie del socialismo europeo. Un percorso iniziato ben 22 anni fa a L’Aia quando fu fondato il PSE e che dopo un’iniziale adesione dell’allora PDS ha visto continui tentennamenti e battute d’arresto in nome di una presunta specificità dell’esperienza italiana.
Apprezziamo che sia stata posta fine a questa ambiguità, confermando che anche per i partiti la dimensione ineludibile è quella europea. Le elezioni europee sono alle porte e, saggiamente, quest’Aula ha approvato, l’11 febbraio, una mozione di iniziativa socialista, grazie alla quale l’Italia è il primo Paese a recepire la raccomandazione delle istituzioni europee, affinché i partiti nazionali per queste elezioni indichino ai cittadini a quale famiglia europea sono affiliati e quale candidato intendono sostenere alla Presidenza della Commissione. Questo passo importantissimo – sapere che il voto di ciascuno di noi avrà una conseguenza diretta su come saranno costituite, da chi saranno presiedute e quale indirizzo politico avranno le istituzioni europee – può contribuire ad arginare la deriva euroscettica figlia anche e, forse, soprattutto, di quelle politiche di austerità particolarmente dure per tante persone che vivono in Europa.
Certamente, scontiamo errori iniziati a Maastricht, quando i Paesi membri scelsero il metodo intergovernativo anziché quello comunitario a sostegno dell’euro per difendere la propria sovranità finanziaria e credettero, o fecero finta di credere, che bastasse organizzare la convergenza delle politiche economiche nazionali per sostenere la moneta. Errore fatale. E la crisi ci ha presentato il conto di quell’errore con effetti rovinosi sui rapporti tra Stati membri, sulle istituzioni europee e sulla vita dei cittadini.
Ora bisogna rimediare: bisogna scegliere se limitarsi a gestire il declino dell’Europa assecondando nei fatti la deriva burocratica e tecnocratica, oppure se vogliamo interrompere questo declino, rilanciando il protagonismo dell’Europa nel mondo. Noi socialisti, appassionati d’Europa, europeisti convinti, la sollecitiamo ad osare e a farsi protagonista, insieme ad altri, ovviamente, non in solitudine, di questo rilancio. E auguriamo a lei e alla Ministra Mogherini buon lavoro.
Dichiarazione di voto
Signor Presidente, intervengo brevemente per dichiarazione di voto.
Confermando il voto favorevole del gruppo socialista alla risoluzione che porta anche la nostra firma, riprendo da dove ho chiuso il mio intervento, il rilancio dell’Europa e non gestione, magari ordinata, del suo declino.
La risoluzione che la maggioranza ha presentato contiene tutte le indicazioni necessarie – clima, energia, competitività, occupazione giovanile, sì, ma anche e forse soprattutto femminile – perché siamo fermi al 46 per cento, cioè meno di una donna su due in età da lavoro è nel mercato del lavoro, disoccupazione compresa. Ci vuole la politica di respiro europeo e l’ambizione all’altezza degli ideali che ha fatto nascere questa Europa.
Quindi, all’Europa non chiediamo sconti, ma dobbiamo stare in Europa per rilanciare insieme l’interesse nazionale e l’interesse europeo concentrandoci sui temi della crescita, dell’occupazione, della competitività e dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e dei diritti.
Due parole sul semestre europeo. È occasione unica anche se difficile. Sarà un semestre difficile quanto a possibilità di fare perché ci sono le scadenze che lo segnano: l’insediamento del nuovo Parlamento, la costituzione della nuova commissione esecutiva, l’elezione del suo presidente che per la prima volta sarà eletto dal Parlamento e mi pare anche il rinnovo del Consiglio d’Europa. Ma noi dobbiamo trasformare queste difficoltà oggettive in opportunità e caratterizzare la nostra presidenza con un’ambizione – come diceva il Presidente – del taglio politico del nostro semestre. Visione e ambizione sono due parole che devono caratterizzare la nostra presidenza. Misureremo le capacità del Presidente del Consiglio e di tutto il Governo per vedere se sono all’altezza di queste ambizioni e ovviamente ce lo auguriamo. Buon lavoro.