mercoledì 6 Luglio 2016

Proroga missioni internazionali


Dichiarazione di voto

 

Quando lo scorso novembre abbiamo approvato il decreto di proroga delle missioni internazionali, avevamo detto: “…questa sarà finalmente l’ultima volta che rifinanziamo le missioni internazionali attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza, in quanto c’è la volontà di approvare, speriamo entro l’anno, la nuova normativa quadro sulle missioni internazionali già votata alla Camera, ed ora in discussione al Senato.”

Non è andata così e quindi oggi stiamo a prorogare il decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali, nella speranza che davvero questa sia l’ultima volta.

Non mi dilungo sul merito del provvedimento che è un po’ ripetitivo rispetto a quelli precedenti, con alcune variazioni.

 

I primi articoli autorizzano la spesa per tutto il 2016, retroagendo di qualche mese rispetto alla sua entrata in vigore. Non è la prima volta. Le missioni sono raggruppate con criteri geografici, come sempre.

Le nostre missioni sono in Europa, Asia e Africa . Il costo del finanziamento è di 1 miliardo e 291 milioni. La proposta del governo era di poco inferiore, circa 20 milioni in meno, per le modifiche apportate al Senato.

Con riferimento all’Europa, siamo sempre impegnati nei Balcani, in particolare nel Kossovo e in Albania ma anche in Bosnia Erzegovina e Cipro. Nel Mediterraneo partecipiamo alla missione NATO Active Endeavor e alla missione europea EUNAVFORMED, che comprende ora le attività di addestramento della Guardia costiera libica.

In Asia siamo presenti in Afghanistan, Libano, oltre che negli Emirati.

In Africa le nostre missioni sono in Mali, Somalia, nel Corno d’Africa e nel Oceano Indiano.

 

Vorrei dedicare tempo e attenzione a due modifiche introdotte dal Senato.

La prima prevede di ricomprendere nello stanziamento previsto al comma 1 dell’articolo 8 (sono 90 milioni) gli interventi previsti dal piano di azione nazionale “Donne pace e sicurezza” 2014-2016, con particolare riguardo a programmi che hanno come obiettivi la prevenzione, la protezione e il contrasto alla violenza sessuale su donne e bambine e la promozione e protezione dei loro diritti umani. Il riferimento è alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite n°1325 del 2000, alla quale molte altre hanno fatto seguito.

Chiaro che noi socialisti la condividiamo, convintamente. E siamo grati al senatore De Cristofaro, primo firmatario dell’emendamento, per aver proposto questa modifica.

La seconda modifica si riferisce alla sospensione della cessione gratuita di pezzi di ricambio degli F 16 all’Egitto. Anche su questa c’è il consenso convinto della componente socialista.

Nella discussione di ieri in commissione esteri qualcuno ha detto che la conferma di questo emendamento viene esclusivamente dai tempi stretti del decreto e non dalla convinzione della giustezza della posizione (bisogna evitare il ritorno al Senato).

Non è così. Voglio ricordare al collega PINI, che ha parlato di disonestà intellettuale con riferimento all’intervento della collega Quartapelle, che non più tardi di tre mesi fa il Comitato Diritti Umani della Commissione esteri della Camera ha organizzato un convegno intitolato “La sfida dei diritti umani nelle relazioni internazionali: tra affermazioni di principio e limiti della Realpolitik”.

 

Quando abbiamo dato avvio al progetto di questo convegno il tema dei diritti umani sembrava sopito, da tempo lontano dall’attenzione dell’opinione pubblica interna e internazionale. Anche solo pochi decenni fa la mobilitazione per la loro tutela era quasi automatica, determinava, reazioni, risposte politiche, mentre è innegabile che con il passar del tempo si sia verificata una caduta di sensibilità e di solidarietà.

Il caso Regeni, la vicenda drammatica di questi mesi, che ha messo in tensione i rapporti con l’Egitto, un Paese nostro alleato, ha reso attualissimo il tema e ha contribuito a risvegliare questa sensibilità, non solo nel nostro Paese.

Il tema della promozione e protezione dei diritti umani non solo è attualissimo ma richiede risposte, urgenti risposte. E questa è un’occasione per darle.

Ha senso mettere in contrapposizione idealismo e realismo, una contrapposizione tra l’imperativo etico dei principi e il limite realista degli interessi?

Forse non è inevitabilmente così.

Vale la pena ricordare che il concetto di diritti umani è emerso quando gli Stati sovrani hanno sentito la necessità di stipulare accordi per proteggere i propri cittadini in Paesi stranieri, quindi un concetto molto “realistico” e concreto.

Ma questo tipo di realismo, il realismo dell’origine non sempre si è confermato nella storia di questi decenni.

Siamo stati testimoni di tante situazioni in cui il mantenimento dei buoni rapporti fra Paesi ci ha fatto chiudere gli occhi di fronte a gravi casi di violazioni dei diritti umani.

 

Oggi la situazione è ancora più complessa, anche per la sfida che ci lancia il mondo islamico, le cui espressioni politiche, anche quelle moderate, mettono in discussione la imprescindibilità dei diritti umani, che sono tali proprio perché afferenti le persone nella loro umanità e unicità: pensiamo alla condizioni delle donne, degli omosessuali, di chi si converte ad un’altra religione…

Forse porre il problema in termini di dicotomia impedisce di vedere la soluzione e neppure aiuta il dogmatismo ideologico.

Forse la via percorribile è quella di mantenere una relazione forte, una tensione fra etica e realismo, quella di operare concretamente sulla base dell’etica dei fini e del realismo dei mezzi, tenendo aperti canali di comunicazione anche con le parti, gli attori, gli Stati che ai diritti umani sembrano indifferenti quando non ostili.

Ma cogliendo occasioni per lanciare segnali, come quello della sospensione della fornitura gratuita di parti di ricambio degli F 16 all’Egitto. Che dobbiamo continuare comunque ad incalzare…. Costruttivamente.

La componente socialista voterà a favore di questo provvedimento nella speranza, che crediamo davvero fondata, che sarà l’ultima proroga che ci troviamo ad approvare.