Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-01790
presentato da
LOCATELLI Pia Elda
testo di
Mercoledì 11 settembre 2013, seduta n. 75
LOCATELLI. — Al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende da un articolo del Corriere della Sera del 18 agosto 2013, il governo dell’Ecuador avrebbe deciso di fare marcia indietro e, dopo aver approvato nel 2007 un progetto definito rivoluzionario per la tutela della foresta amazzonica, avrebbe deciso di concedere le trivellazioni in una delle aree del Paese con la più vasta biodiversità, il Parco nazionale dello Yasuni;
sei anni fa, infatti, il Governo ecuadoregno aveva deciso di sospendere le attività petrolifere nel campo di Ishpingo-Tambococha-Tiputini (ITT), che possiede riserve equivalenti a circa 920 milioni di barili di petrolio, per un valore di 7,2 miliardi di dollari, in cambio di un indennizzo di circa 3,6 miliardi da parte della comunità internazionale entro il 2023;
tale piano, accolto con apparente entusiasmo dai Paesi occidentali e patrocinato dall’ONU, avrebbe consentito di evitare l’estrazione del greggio con la relativa riduzione di oltre 400 milioni di tonnellate di diossido di carbonio nell’atmosfera e la conservazione di un’area che, secondo alcuni recenti studi, in un ettaro quadrato accoglie più specie animali di tutta la fauna selvatica nordamericana;
nel settembre dell’anno scorso, a margine dell’Assemblea generale dell’ONU, l’Italia, così come altri numerosi Stati, ha firmato un accordo con l’Ecuador per una conversione di una tranche del debito del Paese sudamericano, pari a 35 milioni di euro, come contributo all’iniziativa per la salvaguardia dello Yasuni;
molti volti noti di Hollywood si sono impegnati a favore di tale iniziativa contribuendo in maniera decisiva alla raccolta di fondi;
la popolazione ecuadoriana, in particolar modo quella indigena che vive nell’area equatoriale, ora chiede a gran voce una consultazione popolare per far decidere al popolo le sorti dell’area dello Yasuni;
Humberto Cholango, presidente della Confederazione delle nazionalità indigene dell’Equatore (Conaie), ha affermato che in Ecuador «si consulta la popolazione sulle corride per cui non si capisce perché non si possa consultare su una questione di enorme importanza che potrebbe mettere in pericolo la vita degli indigeni e della biodiversità dell’area»;
tutto ciò sarebbe dovuto al mancato arrivo dei fondi internazionali promessi a sostegno di tale iniziativa, a dimostrazione che al di là dell’apparenza vi è un sostanziale accordo tra i poteri economici e quelli politici che sono più interessati all’estrazione del greggio piuttosto che alla salvaguardia del pianeta;
il Fondo creato per finanziare il progetto ha finora raccolto solo 13,3 milioni di dollari già versati e impegni per altri 116 milioni, cifra che rappresenta appena lo 0,37 per cento di quanto il governo di Quito si attendeva;
se non si riuscirà a trovare rapidamente una soluzione il pianeta andrà incontro ad ulteriori danni irreversibili a tutto beneficio delle compagnie petrolifere che ovviamente esultano per la mancata realizzazione del progetto previsto –:
se e per quale motivo l’Italia non abbia assolto agli impegni presi per sostenere economicamente questa importante iniziativa che, almeno sulla carta, era stata presa in una sede internazionale e che avrebbe rappresentato un importante cambiamento di rotta nelle quasi inesistenti politiche di difesa dell’ambiente;
se non si ritenga importante ed urgente intervenire, in tutte le sedi internazionali, affinché si renda operativo l’impegno sottoscritto per impedire le riprese delle attività petrolifere nell’area del Parco nazionale dello Yasuni a difesa delle popolazioni locali e della ricca ed importantissima biodiversità ivi esistente. (4-01790)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Lunedì 2 dicembre 2013
nell’allegato B della seduta n. 129
4-01790
presentata da
LOCATELLI Pia Elda
Risposta. — In relazione al caso segnalato dall’interrogante, si forniscono gli elementi di competenza di questa amministrazione. Le politiche ambientali stanno assumendo una sempre maggiore rilevanza nelle strategie d’intervento della Cooperazione italiana. Le vigenti linee guida individuano le tematiche ambientali tra i temi trasversali di cui devono tenere conto le attività di cooperazione allo sviluppo, anche al fine di recepire le conclusioni raggiunte nel 2012 dalla Conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20. Coerentemente con questa impostazione, la cooperazione italiana ha in corso, in fase di approvazione oppure di avvio, diverse iniziative a tutela dell’ambiente. In particolare, per quanto riguarda l’America Latina, si segnalano le iniziative trilaterali «Amazzonia senza fuoco» realizzate (o da realizzarsi) in collaborazione con il Brasile in Bolivia e in Ecuador. Nei Caraibi, poi, è in corso un’iniziativa in collaborazione con il programma delle Nazioni unite per lo sviluppo (UNDP) denominata «lotta alla povertà, attraverso la riduzione della vulnerabilità ambientale delle popolazioni caraibiche». La componente ambientale, inoltre, fa parte di diverse linee di credito e di programmi di conversione del debito. Nel caso sottoposto dall’interrogante, l’Italia – consapevole di ciò che il parco di Yasunì rappresenta in termini di tutela della biodiversità, di contenimento dell’inquinamento atmosferico a livello globale e di protezione e sviluppo socio-economico, sostenibile ed inclusivo dei popoli dell’area – aveva inteso aderire all’iniziativa a tutela del parco attraverso un’operazione di conversione del debito che l’Ecuador ha verso l’Italia, per un importo fino a 35 milioni di euro. I criteri per la partecipazione italiana all’iniziativa erano stati oggetto di un accordo bilaterale firmato a Quito l’8 giugno 2012, a cui era seguita un’intesa trilaterale Italia-Ecuador-Undp sottoscritta a margine della 67a Assemblea generale dell’Onu il 25 settembre 2012. Tale intesa prevedeva che il versamento delle rate del debito dell’Ecuador da rimborsare all’Italia avvenisse direttamente al fondo fiduciario multidonatori gestito da Undp. Nel corso del negoziato che ha preceduto la firma dell’accordo di conversione debitoria era emerso l’interesse di Quito a formalizzare al più presto l’accordo e a darvi adeguata copertura mediatica, poiché l’ufficializzazione del sostegno italiano al Programma Yasunì-Itt avrebbe potuto costituire un elemento di grande rilievo per il futuro del programma, considerato dall’Ecuador un vero e proprio asset nell’ambito della propria politica estera e nel campo della tutela della biodiversità. Alla data della firma dell’accordo, il Ministro degli esteri dell’Ecuador Patino, nell’esprimere sentimenti di «riconoscenza, gratitudine, fiducia ed amicizia» da parte del Governo ecuadoriano verso l’Italia, aveva ribadito che le risorse derivanti dall’accordo sarebbero state utilizzate per la realizzazione di progetti in settori prioritari per il Governo di Quito. Il Ministro ha quindi elogiato l’Italia per l’opportunità che veniva data all’Ecuador di progredire in questi settori ed ha ringraziato il Governo italiano per il contributo, auspicando che altri Paesi del mondo seguano l’esempio fornito dall’Italia. Alla firma dell’intesa tecnica Italia-Ecuador-Undp del settembre 2012 è stato altresì offerto grande rilievo mediatico da parte della stampa e dagli organi di comunicazione ecuadoriani, i quali hanno sottolineato con decisione le finalità dell’accordo di conversione del debito a favore dell’iniziativa Yasunì-Itt e ne hanno evidenziato la valenza nel contesto multilaterale. La firma dell’accordo e della successiva intesa tecnica hanno costituito un importante fattore di merito per il nostro Paese sul piano delle relazioni bilaterali e nel contesto multilaterale onusiano, dove la sensibilità verso il tema dello sviluppo sostenibile sta acquisendo centralità ed intensità crescenti. Per consentire il rapido avvio delle attività del fondo multidonatori e rispettare il termine del 31 dicembre 2012 previsto dall’Accordo bilaterale, l’Ecuador ha versato al fondo, entro quella data, una prima rata del debito oggetto di conversione pari a 1,9 milioni di dollari. Ciò ha fatto sì che l’Italia divenisse il primo contributore dell’iniziativa come singolo Paese. Il Governo di Quito, tuttavia, sin dalle origini dell’operazione, ha ritenuto opportuno stabilire che, se il fondo multidonatori non avesse raggiunto una consistenza minima di almeno 100 milioni di dollari, avrebbe posto termine all’iniziativa per mancanza di fondi sufficienti alla sua realizzazione. È necessario peraltro sottolineare che – stante tale condizione posta dal Governo dell’Ecuador e considerata l’attuale consistenza del Fondo (11,3 milioni di dollari depositati ad agosto 2013) – neanche l’ipotetico anticipo dell’intero ammontare del debito nei confronti dell’Italia (l’equivalente in dollari di 35 milioni di euro) avrebbe consentito di raggiungere l’importo minimo previsto dalle Autorità di Quito per dare avvio all’iniziativa. Il complesso degli argomenti illustrati rende chiaro l’impegno del Governo italiano alla riuscita del progetto Yasunì fin da subito, ed i concreti mezzi messi a disposizione dal governo ecuadoriano in tale prospettiva, ovvero 1,9 milioni di dollari, nei modi previsti dall’accordo 2012. Si segnala che, di recente, il Parlamento ecuadoriano ha approvato la richiesta del Presidente Correa di dichiarare «di interesse nazionale» lo sfruttamento dei blocchi 31 e 43 all’interno del parco nazionale di Yasunì. A seguito di ciò, viene ora data la scelta ai Paesi contributori sulle modalità di impiego delle risorse messe a disposizione in ambito Onu per progetti alternativi a quello a difesa del parco di Yasunì. Per quanto attiene la posizione italiana, questa è orientata a procedere alla negoziazione di un nuovo Accordo di conversione, sulla base di quanto previsto dall’accordo Yasunì-Itt, con l’impegno di sensibilizzare il Governo ecuadoriano alla necessità di avviare rapidamente il negoziato, secondo quanto stabilito dall’accordo di conversione firmato nel giugno 2012. Nonostante le sopra illustrate circostanze, rimane il fatto che, a seguito della sottoscrizione dell’accordo e dell’intesa tecnica, si è comunque sviluppato negli ultimi tempi un susseguirsi di segnali a testimonianza del rafforzamento delle relazioni bilaterali, tra cui la finalizzazione di altri importanti accordi bilaterali. L’Ecuador ha inoltre aumentato la consistenza delle sue Rappresentanze diplomatiche e consolari nel nostro Paese. Il Governo italiano potrà pertanto, grazie ai buoni rapporti intercorrenti tra i due Paesi, continuare nell’impegno, insieme agli altri Paesi donatori, nella difesa di luoghi naturali di grande valore ambientale dell’Ecuador.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Mario Giro.