I robot stanno entrando in modo sempre più pervasivo nel nostro agire quotidiano dando vita a una vera e propria rivoluzione di carattere etico, sociale, politico, giuridico e antropologico che avrà un profondo impatto sui nostri stili di vita futuri. Il tema è stato al centro del convegno, organizzato dalla Fondazione A.J. Zaninoni e dall’Università di Bergamo “Noi e i robot. Scenari possibili per una nuova società”, che si è svolto a Bergamo.
I lavori del convegno, sono stati aperti dal rettore Remo Morzenti Pellegrini e dall’onorevole Pia Locatelli, presidente della Fondazione. Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha svolto la relazione introduttiva a cui ha fatto seguito una tavola rotonda, coordinata da Sergio Cavalieri, pro rettore dell’Università di Bergamo, che ha visto gli interventi di Brando Benifei, deputato del Parlamento europeo, Luigi Petteni, segretario nazionale Cisl, Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, Franco Giudice, professore di Storia della scienza e Telmo Pievani, filosofo e storico della biologia. Il convegno è stato dedicato a Silvio Albini, imprenditore bergamasco scomparso recentemente e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Zaninoni.
L’intervento di Pia Locatelli
Ringrazio tutti i presenti per questa numerosa partecipazione, e nuovamente saluto la famiglia Albini che ha accolto in nostro. Questa è la prima iniziativa che organizziamo dopo la scomparsa di Silvio Albini e non potevamo non dedicarla a lui perché con lui l’abbiamo costruita e pensata nell’’ultima riunione del consiglio di amministrazione a cui ha partecipato.
Come sempre avevamo discusso del bilancio e delle attività future, in particolare della nostra intenzione di affrontare il tema degli effetti della robotizzazione sul mondo del lavoro.
Il lavoro, insieme all’Europa e alle pari opportunità, è tema centrale delle nostre attività.
La Fondazione ha tra i suoi scopi lo studio dei trend dell’economia, l’analisi dei meccanismi del mercato del lavoro, la sua complessità ed i suoi processi attuali e futuri. Quindi l’impatto della robotica su mondo del lavoro ci pareva un tema proprio nostro, oltre che di grande attualità.
Avevamo in mente un’ipotesi di lavoro, che si era concretizzata in un primo contatto con Roberto Cingolani, Direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che immediatamente aveva dato la sua disponibilità.
Ne parlai in consiglio di amministrazione e Silvio fu d’accordo ma… in linea di massima. Poi intervenne con mille domande e qualche perplessità rispetto all’ipotesi di una sorta di lectio magistralis, una lezione frontale. Ci invitò a riflettere sul format più adeguato per un tema che andava ben al di là degli effetti della robotica sul mondo del lavoro perché i dispositivi e i sistemi basati sull’intelligenza artificiale entreranno in modo sempre più pervasivo nella quotidianità della vita, non solo nelle aziende. Sottolineò la necessità di un confronto largo tra persone provenienti da ambiti diversi, certamente le parti sociali, il sindacato, le imprese ma anche l’università. Voleva un confronto con approcci e tra visioni diverse perché (lo cito) “accanto a chi confida nella tecnologia legata alla robotizzazione credendo che questa creerà tante occasioni di nuovo lavoro c’è chi al contrario intravede scenari catastrofici”. Aveva ben presenti le implicazioni etiche, sociali, politiche, giuridiche e antropologiche che discendono da questa “rivoluzione”.
Il pensiero di Silvio era che non ci sono ancora conclusioni definitive sull’esito di questa rivoluzione, pur dichiarandosi consapevole che nel lungo periodo tutte le grandi rivoluzioni dopo inizi drammatici hanno prodotto esiti positivi. Sulla base delle sue indicazioni convenimmo su un progetto che avesse come base di partenza la relazione di Roberto Cingolani, seguito da una tavola rotonda per consentire approcci e punti di vista diversi. Abbiamo le parti sociali e i filosofi, le istituzioni europee ed il mondo accademico, in un confronto coordinato dal professor Sergio Cavalieri, prorettore della nostra Università con delega all’innovazione e la valorizzazione della ricerca.coordinate. Da questa pluralità partiamo ma non ci fermiamo qui, come ha già detto il rettore.
Questa ricchezza è merito di Silvio, un viaggiatore, un ricercatore, un uomo inquieto alla continua ricerca del meglio.
Gli dedichiamo, quindi questa iniziativa perché sentiamo il dovere di dare seguito al suo contributo alla Fondazione, ma anche alla sua/nostra città, al mondo delle imprese, al tessile, settore in cui lui ha sempre creduto e i risultati del gruppo Albini sono la conferma di questa sua giusta convinzione.
Prima di chiudere ho due compiti da svolgere: devo portare il saluto della dr. Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo che ringraziamo per l’aiuto a promuovere la partecipazione di studenti e studentesse degli istituti Superiori che sono qui presenti con professori e dirigenti scolatici. Abbiamo previsto un attestato di partecipazione che è a disposizione alla fine del convegno.
Devo ringraziare la collega della Camera dei Deputati, Maria Chiara Carrozza, scienziata, già ministra della Pubblica Istruzione, dell’Università e della ricerca, e rettore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, cui abbiamo ”rubato” -con il suo consenso- il titolo di un suo libro “I robot e noi”, modificandolo per questo convegno, in Noi e i robot. Perché le persone vengono prima dei robot.
E tante altre persone che ci hanno aiutato per questa iniziativa, a partire da Silvio Albini, il cui ricordo affidiamo al suo grande amico Andrea Moltrasio.