mercoledì 4 Novembre 2015

Nel ventesimo anniversario dell’omicidio di Ytzahak Rabin


4 novembre 2015 Nel ventesimo anniversario dell’omicidio di Ytzahak Rabin

 

Presidente, sono numerosissime le cerimonie di questi giorni per la commemorazione di Yitzhak Rabin, ma è oggi il giorno in cui, vent’anni fa, nel parcheggio del municipio di Tel Aviv, un estremista religioso uccise l’uomo coraggioso, capace di sfidare non solo i suoi nemici, gli avversari politici dentro e fuori il Paese, ma soprattutto i suoi amici, quelli della sua parte e del suo popolo, tanto era convinto del dovere di costruire la pace in Israele e nel Medio Oriente.

Per anni leader del partito laburista, partito membro dell’Internazionale socialista, cui aderì nel 1973, venne subito nello stesso anno eletto alla Knesset e fu capogruppo subito della delegazione laburista, Ministro del lavoro nel breve Governo formato da Golda Meir, alla quale successe nel 1974.

Durante i successivi vent’anni rimase membro della Knesset, fu Ministro della difesa e da Ministro della difesa diresse le operazioni di sicurezza sui confini israeliano-libanesi, che permetteranno il ritiro delle truppe israeliane in una stretta zona di sicurezza, avviando la sua politica, quella che seppe coniugare la sicurezza con l’impegno per la costruzione della pace.

Nel giugno del 1992, dopo la vittoria elettorale, diviene per la seconda volta Primo Ministro e insieme Ministro della difesa. Fu durante questo secondo mandato alla guida del Governo in cui furono fatti passi fondamentali nel processo di pace con il popolo palestinese. Dopo gli incontri segreti di Oslo con il leader dell’OLP, il 13 settembre 1993 sigla con Yasser Arafat, alla presenza del Ministro degli esteri Shimon Peres, la Dichiarazione dei principi, che gli varrà il Premio Nobel.

Consapevole che la pace va costruita con determinazione e soprattutto con coraggio, superando ostacoli, muri fisici e mentali, andò dritto all’obiettivo e per questo fu ucciso. Non sono molti i grandi in questa nostra epoca difficile. Lui certo lo è, come lo fu Willy Brandt, un altro grande uomo della storia recente che perseguì lo stesso obiettivo di Rabin: far cadere i muri tra i popoli, cambiando il mondo verso la pace.

Willy Brandt – mi avvio alla conclusione – è riuscito nel suo intento e la cortina di ferro è caduta. Rabin è stato fermato da una mano e da una cultura omicide. La pace che Rabin ha tentato di costruire è, purtroppo, ancora lontana (Applausi dei deputati del gruppo misto Partito Socialista Italiano