Dichiarazione di voto
La complessità del tema della gestazione per altri ci impone di essere prudenti, esaminare con serenità e in modo approfondito, cercare di capire chi ha pensieri diversi dai nostri, sottraendoci alle tifoseria pro o contro.
Il tema richiede decisioni difficili perché riguardano i risvolti più intimi della la vita delle persone.
Abbiamo già vissuto, noi che non siamo più giovanissime, una esperienza in cui il mondo era diviso a metà: chi a favore e chi contro la depenalizzazione dell’aborto. Prevalse la parte non proibizionista, perché con la realtà così com’è bisogna fare i conti; siamo passati dal divieto alla regolamentazione.
Anche oggi sul tema della GPA le due strade possibili sono regolamentare o proibire.
In Italia si tende a scegliere la seconda. Che poi il proibizionismo non funzioni, e anzi dia luogo a fenomeni come i costosi turismi sanitari, sembra non interessare a molti, meno che mai al legislatore. La differenza è lampante. Da una parte chi si sforza di regolamentare, scegliendo una strada forse più complessa ma efficace. Dall’altra, chi risponde con il proibizionismo secondo noi velleitario.
In molte mozioni si propone di mettere al bando la pratica della gestazione per altri in nome della dignità della persona umana e dei diritti del bambini. Mi chiedo come sia possibile pensare che una regola sia applicabile a situazioni molto diverse fra loro. Che cosa hanno in comune la condizione di una donna povera e senza tutele delle e quella di una sorella o di un’amica che accoglie una gravidanza per generosità? E’ chiaro che le due situazioni non sono confrontabili. La prima è una nuova forma di servitù, assolutamente inaccettabile, mentre la seconda è un atto di amore.
Voteremo quindi a favore delle mozioni PD e SEL Sinistra italiana che affermano in primis che non devono essere penalizzati i bambini nati attraverso la GPA, impedendo il riconoscimento giuridico della loro relazione con i genitori che li hanno desiderati e portati al mondo, salvaguardando il primario interesse dei minori;
e che sono contrarie allo sfruttamento riproduttivo, in particolare nel caso di donne vulnerabili che non hanno quindi la possibilità di esprime un consenso libero e privo di condizionamenti.
Per il resto chiedo che si continui a discutere senza cedere a facili contrapposizioni tenendo presente che abbiamo sempre considerato l’autodeterminazione delle donne un valore. No al pagamento, per il resto continuiamo a discuterne.