Onorevoli Colleghi! – La caratteristica distintiva del nostro Paese, la reputazione universalmente riconosciuta all’Italia è la bellezza.
Nel processo di globalizzazione economico, sociale e culturale che, dalla fine del novecento, sta interessando anche il nostro Paese si è rilevato che il valore aggiunto che l’Italia può vantare non risiede nella produzione e nella crescita di beni di consumo omologati e livellati verso il basso, bensì nel valorizzare i processi creativi che da sempre hanno declinato il valore dell’Italia in tutte le sue forme: artistiche, materiali e immateriali, culturali, architettoniche, paesaggistiche e naturali, facendone un Paese unico al mondo, fino all’ultima declinazione che ha generato il made in Italy universalmente riconosciuto. Tutto questo è potuto accadere attraverso il riconoscimento dei talenti degli italiani che, purtroppo troppe volte, hanno dovuto abbandonare il nostro Paese per poter valorizzare le proprie capacità.
Però per superare la crisi e il declino e vincere la sfida della globalizzazione l’Italia può contare sull’unicità del suo territorio, sullo spessore della sua storia, sulla qualità della sua cultura, sulla grandezza delle sue produzioni artistiche.
Questo patrimonio, che in Italia si concreta in essenze e realtà materiali e immateriali, esclusive e originali, rende grande e incomparabile il nostro Paese, ne costituisce la sua reputazione ed è la sostanza del suo futuro.
La bellezza si qualifica come la peculiarità dell’Italia.
Il Bel Paese.
I Padri costituenti, nel redigere la Costituzione, non avevano coscienza di quanto sarebbe accaduto nei decenni seguenti, degli scempi che si sarebbero perpetrati in tutto il territorio e sul suo inestimabile patrimonio artistico e architettonico. Era un valore intrinseco.
Molti negli anni hanno denunciato questa situazione e hanno cercato di trovare strumenti adeguati. Purtroppo nessuno davvero efficace.
La conservazione, la tutela e la promozione di tutto il patrimonio della nazione sono un atto di principio e un dovere nei confronti delle generazioni future.
Dal riconoscimento e dalla valorizzazione di tale patrimonio dobbiamo ripartire per dare un futuro sostenibile e certo al nostro Paese.
Risulta perciò giusto e necessario riconoscere la bellezza nella nostra Carta costituzionale come valore fondamentale costituzionalmente protetto. Principio che solo l’Italia può pronunciare.
Riconoscerne il valore intrinseco ed estrinseco porterebbe a un riconoscimento di consapevolezza e maturazione da parte di un popolo che per troppi decenni ha vissuto la bellezza senza la coscienza di possedere un grande patrimonio.
Anche noi riteniamo che la Carta costituzionale della Repubblica italiana sia la più bella del mondo. Non a caso da essa hanno tratto spunto altre nazioni e, a distanza di quasi settanta anni, essa mantiene ancora intatti lo spirito e l’ispirazione di un popolo che, dopo aver riconquistato la libertà a prezzo di tante vite e di tante sofferenze, guardava con rinnovata speranza al proprio futuro riponendo nella legge fondativa della Repubblica i princìpi della ricostruzione civile e morale del Paese.
Con il passare degli anni si è data attuazione alla Costituzione attraverso il processo di consolidamento dei princìpi da essa indicati. Tale processo, però, non è da considerare ancora concluso, tanto che il Parlamento, in diverse occasioni, ha ritenuto necessario emendare la Costituzione su alcune materie, per integrarle e ampliarle, adottando leggi costituzionali, tipiche di tutte le Costituzioni «lunghe».
Anche in questa legislatura si stanno discutendo importanti modifiche costituzionali, in particolare relativamente alla parte seconda, quella sull’ordinamento della Repubblica.
Per quanto riguarda, poi, i princìpi fondamentali (articoli da 1 a 12), base irrinunciabile dello spirito repubblicano su cui la Costituzione si fonda, corre l’obbligo di ricordare come si sia aperto da tempo un processo che intende configurare l’ambiente non più solo come ambito materiale, ma anche come un valore costituzionale fondamentale.
Non dobbiamo temere che i princìpi supremi della Costituzione, nella loro intangibilità, possano essere positivamente integrati e rafforzati con nuovi elementi.
L’effetto di recenti e accresciute consapevolezze, l’evoluzione della società, nei princìpi e nei diritti, si pongono all’attenzione del legislatore e devono trovare riconoscimento.
Nell’articolo 1 della nostra Costituzione i padri costituenti indicano come principio fondante e imprescindibile, per la nostra comunità, assieme alla democrazia e alla sovranità popolare, il lavoro. Il lavoro però non ci viene trasmesso per eredità, deve essere generato dal popolo e dai suoi rappresentanti secondo la loro specifica vocazione.
Per queste ragioni riteniamo necessario proporre di aggiungere, alla fine dell’articolo 1 della Costituzione, il seguente comma: «La Repubblica riconosce la bellezza quale elemento costitutivo dell’identità nazionale, la conserva, la tutela e la promuove in tutte le sue forme materiali e immateriali: storiche, artistiche, culturali, paesaggistiche e naturali».
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE