giovedì 18 Settembre 2014

Pari opportunità


Atto Camera

 

Mozione 1-00569

presentato da

LOCATELLI Pia Elda

testo di

Giovedì 18 settembre 2014, seduta n. 293

  La Camera,

premesso che:

ogni anno dal 2006 il World Economic Forum predispone il global gender gap report, che fornisce un quadro delle disuguaglianze di genere in 136 Paesi, stilando una graduatoria che fotografa lo stato delle disparità in ogni realtà nazionale;

i criteri per la compilazione della graduatoria prendono in considerazione indici che si riferiscono a quattro ambiti: l’economia, la presenza nelle istituzioni, l’educazione, e la salute; per ogni ambito viene compilata una graduatoria; a loro volta le quattro graduatorie costituiscono la base per un quadro di sintesi che fotografa la realtà mondiale in ordine decrescente di disparità;

il rapporto del 2013 indica che l’Italia è al 71o posto della graduatoria generale e 22o tra i Paesi membri dell’Unione europea – dopo l’Italia si collocano quasi esclusivamente Paesi di recente adesione: Slovakia, Cipro, Grecia, Repubblica Ceca, Malta e Ungheria;

mentre la nuova composizione di Parlamento e Governo colloca l’Italia in posizione dignitosa per rappresentanza politico-istituzionale, il nostro Paese continua ad essere fanalino di coda in molti altri campi, in particolare nel mondo del lavoro e in generale dell’empowerment economico;

significativi sono i ritardi nelle attuazioni delle politiche per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, nonostante in questa legislatura siano state a approvate leggi come quella contro il femminicidio o quelle di ratifica della convenzione di Istanbul;

anche le tematiche dei diritti civili ad oggi non hanno ricevuto l’attenzione dovuta: la legge sull’omofobia è da mesi bloccata al Senato; la legge sulle unioni civili non è ancora stata calendarizzata nonostante numerose siano le proposte depositate;

con l’eccezione dell’attuale Governo, dal 1996 gli Esecutivi hanno sempre previsto nella loro composizione o il Ministro per le pari opportunità o una figura che ne avesse le deleghe;

le esperienze di questi ultimi mesi sembrano indicare che senza un dicastero dedicato non ci possano essere l’attenzione e l’impegno necessari a portare avanti tempestivamente efficaci politiche di genere e delle pari opportunità,

impegna il Governo:

a proporre la nomina di un Ministro senza portafoglio cui affidare la delega in materia di pari opportunità;

in alternativa, a individuare presso la Presidenza del Consiglio una figura cui assegnare le stesse deleghe e che abbia anche il compito di valutare prima e verificare poi l’impatto di genere di tutti i provvedimenti assunti.

(1-00569) «Locatelli, Di Salvo, Di Lello, Pastorelli, Di Gioia, Labriola, Nardi, Piazzoni, Migliore, Lacquaniti, Zan, Fava, Pilozzi, Lavagno, Nesi, Schirò, Capua, Formisano, Tacconi, Petrini, Malpezzi, Marzano, Ricciatti».