10 giugno 2015 Mozione Scotto ed altri n. 1-00719: Iniziative in materia di trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso
Signora Presidente, la Chiesa valdese benedice l’unione di una coppia omosessuale, il Primo Ministro lussemburghese si sposa e presenta ufficialmente il suo partner same-sex, la cattolica Irlanda va al referendum sui matrimoni same-sex e dice di sì con una percentuale del 62 per cento; ieri il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza un rapporto sull’uguaglianza di genere che riconosce l’esistenza di famiglie gay. Con un testo non vincolante l’Assemblea prende atto dell’evolversi della definizione di famiglie e raccomanda che si tengano in considerazione fenomeni come le famiglie monoparentali e l’omogenitorialità LGBT, continuando un percorso già avviato, la cui più recente tappa del marzo scorso è la relazione dell’europarlamentare PD Antonio Panzeri, che invita l’Unione a procedere sulla strada di una disciplina positiva per le unioni gay. Noi invece siamo qui a discutere delle circolari e delle note ministeriali inviate ai prefetti, perché cancellino le trascrizioni dei matrimoni same-sex contratti all’estero. Dall’inizio di quest’anno i prefetti, su ordine del Ministro dell’interno, stanno esercitando una funzione, secondo noi, illegittima, in quanto riservata chiaramente ed esclusivamente alla magistratura. Per questo, noi Socialisti, insieme ad altri colleghi, avevamo interpellato il Ministro dell’interno affinché disponesse che i prefetti cessassero immediatamente di procedere in tal senso. La nostra tesi non è stata accolta dal rappresentante del Governo, ma noi ripetiamo, con la risoluzione di oggi, che quella del Ministro è una posizione errata. Lo ha detto la procura di Udine, prima della nostra interpellanza del gennaio scorso; lo ha confermato la sentenza del TAR del Lazio che, con sentenza 9 marzo 2015 n. 3907, ha affermato che le registrazioni dello stato civile non possono subire variazioni se non in limitati casi normativamente previsti in modo espresso, in cui questo caso non rientra. Ma il nostro Ministro ha continuato imperterrito, intervenendo pesantemente in tempi successivi alla sentenza del TAR nel comune di Reggio Emilia. Imperterrito e distratto rispetto a quello che succede intorno a lui, in Italia e in Europa. Al di là delle questioni di diritto fondamentali, dalle quali comunque non si può prescindere, ci chiediamo se il Ministro non abbia capito che è urgente una legge che regoli queste unioni, poi si entrerà nel merito se vorremo discutere di matrimonio o di unioni civili, ma il Parlamento non può abdicare alla sua funzione istituzionale. Già nel 2010 la Corte costituzionale ci esortava a disciplinare i diritti delle coppie gay, successivamente è intervenuta la Corte di Cassazione, seguendo un’indicazione della Corte di Strasburgo, e poi ancora la Cassazione e anche qualche tribunale, come quello dei minori di Roma. È evidente che la nostra inerzia favorisce il ruolo di supplenza della magistratura. C’è bisogno in Italia di una legge che regoli le unioni tra persone dello stesso sesso, c’è bisogno che il Parlamento legiferi sui diritti civili, anche per evitare che siano ancora una volta i tribunali ad intervenire, svolgendo un ruolo di supplenza che confonde i poteri. E le chiediamo, signora Presidente, di calendarizzare una sessione dedicata al tema dei diritti civili. Siamo in ritardo su questo tema e su tutti gli altri temi. Noi socialisti voteremo a favore della risoluzione che abbiamo presentato e delle mozioni che chiedono al Ministro di cancellare la circolare e contro quelle che ne confermano la validità o sono silenti