martedì 21 Ottobre 2014

Linguaggio sessista


21 ottobre 2014 Linguaggio sessista

 

 

Signor Presidente, mi riferisco al tema: «il signor Presidente e la signora Presidente».

Mi pare che ci siano due ordini di problemi. Il primo argomento si riferisce all’uso del linguaggio, che va declinato secondo il genere. Troppo spesso mi capita di arrabbiarmi quando mi chiamano «il deputato», essendo io una deputata. A volte capita che dicano: «Ma no, è un problema perché si fa riferimento al ruolo, all’istituzione». Eppure, in banca mi chiamano «il cliente» e lì di ruolo proprio non si tratta.

Allora, io suggerisco all’Aula di dedicare una sessione all’uso del linguaggio. Per fortuna la lingua si evolve e la lingua è espressione di categorie mentali e di situazioni. Certo, non avevamo nel passato le deputate, perché c’erano soprattutto, quasi esclusivamente, deputati. Non parlavamo di «ingegnera» perché non c’erano le donne ingegnere, ma parlavamo di «cameriera» e diciamo che «cameriera» non è cacofonico ed «ingegnera» sì. Anche l’Accademia della Crusca si sta adeguando a questa evoluzione del linguaggio, perché la lingua è un fatto vivo.

Allora, io mi permetto di suggerire una discussione su questo argomento, che è già stato affrontato nella seconda metà degli anni Ottanta dalla Commissione nazionale di parità. E questo è un argomento e,naturalmente, sono assolutamente d’accordo con la Presidente Boldrini quando chiede di essere chiamata «la Presidente» o «la signora Presidente».

Per quanto riguarda la signora Presidente della Camera, voglio cogliere l’occasione per esprimerle, ancora una volta, la mia stima, il mio affetto ed incitarla a continuare il suo lavoro, come lo sta facendo, nello stesso identico modo perché si mantiene signora.