Nel corridoio dei busti del Senato merita un posto l’effige di Lina Merlin, prima donna a parlare nell’Aula di Palazzo Madama, senatrice nelle prime tre legislature, madre costituente e promotrice di alcune leggi fondamentali per i diritti delle donne e dei piu’ deboli”. La proposta è stata presentata in una conferenza stampa a dalla senatrice del Pd Laura Puppato, dalla capogruppo del Psi alla Camera Pia Locatelli, dalla Presidente del Comitato “Lina Merlin, la senatrice” Paola Lincetto, dalla giornalista Anna Maria Zanetti e dalla vicepresidente della Fondazione Anna Kuliscioff, Marina Cattaneo. Nell’occasione, il Comitato, creato a 130 anni dalla nascita dell’esponente politica per promuoverne la figura a tutto tondo, ha presentato anche altre attività, tra cui il convegno che si terrà il 13 giugno nella Sala Zuccari del Senato.
“Lina Merlin – ha detto Pia Locatelli ha ottenuto la fama ottenuta con la legge che chiuse i bordelli, ma quella legge che la rese famosa, creandole non pochi nemici, ha oscurato altre parti della sua storia altrettanto importanti: l’articolo 3 della Costituzione dove ottenne che fosse scritto “senza discriminazione di sesso”, l’abolizione della dicitura “figlio di NN” , la promozione della legge per l’assistenza ospedaliera gratuita al parto. Mi piace onorare la sua memoria, proprio in tempi in cui alcuni vorrebbero considerare i ‘sex worker’ lavoratori come gli altri. La legge Merlin è tuttora una delle migliori d’Europa”.
“Credo – ha affermato Laura Puppato (Pd) – che Lina Merlin entri nella top ten dei politici del ‘900. Non chinò mai il capo e il Senato le deve molto. Raccolse con Carla Voltolina le lettere delle prostitute dell’epoca per testimoniare come la via d’uscita da quel mondo fosse impossibile. Fu una grande della storia d’Italia e fu definita una ‘pacefondaia’”.
Insegnante elementare, nata nel 1887 a Pozzonovo di Padova, Lina Merlin perse la cattedra perche’ rifiuto’ l’adesione al Partito fascista. Dal 1919 era infatti iscritta al Psi. Fu arrestata 5 volte, fece 4 anni di confino in Sardegna e fu amnistiata solo per il matrimonio del re con Maria Jose’. Con Pertini e Basso partecipo’ all’insurrezione di Milano e fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Nel 1946 fu tra le 21 donne elette alla Costituente. Si batté
anche per il Polesine, soprattutto dopo l’alluvione. Il 10 giugno 1948 fu la prima donna a parlare al Senato e intervenne in difesa di un bracciante 24enne ucciso dalla Polizia.