martedì 13 Giugno 2017

Lina Merlin, 130 anni e non li dimostra! Convegno sulla senatrice socialista


Quattro anni di confino in Sardegna tra Nuoro, Dorgali, Orune, dove usò il suo tempo per insegnare a leggere e scrivere a donne, bambini e pastori. Il Governo fascista, invece di ringraziarla, le tolse l’indennità di confino “perché lavora come insegnante”. Minacce di morte, cinque volte in carcere, ma Lina Merlin non abbassò mai la testa. Nel 1919 scelse il Psi perché fu l’unico partito contro la guerra. “E Lina Merlin ha fatto la storia del Psi”. Lo ha detto  Pia Locatelli che assieme alla senatrice Laura Puppato ha promosso un convegno alla sala Zuccari del Senato per ricordare i 130 anni dalla nascita della senatrice socialista che riuscì ad abolire le case chiuse e la dicitura ‘Figlio di NN’.  Il convegno, che ha il patrocinio del Senato, è dedicato al “pensiero operante” di Lina Merlin, alla quale si deve tra l’altro l’inserimento di “senza distinzione di sesso” all’articolo 3 della Costituzione e che svolse gran parte della sua attività politica proprio al Senato, tanto da essere definita “la Senatrice”. All’iniziativa, coordinata dalla giornalista Daniela Brancati, hanno partecipato oltre alle organizzatrici: Linda Lanzillotta, vicepresidente del Senato; Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd; Elena Marinucci, già senatrice e parlamentare Ue; Paola Lincetto, presidente del Comitato nazionale “Lina Merlin”; Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione; Anna Maria Zanetti, giornalista e studiosa della figura di Lina Merlin; Walter Galbusera, presidente della Fondazione Anna Kuliscioff di Milano; Monica Fioravanzo, storica dell’Università di Padova, Daniela Colombo, economista dello sviluppo e Vannina Mulas, già sindaca di Dorgali.

Oltre alla legge sulla chiusura delle case, “che la rese indimenticabile, ma che paradossalmente la penalizzò oscurandone il lungo lavoro”,   si deve anche la stesura degli articoli 3 e 37 della Costituzione. Il primo stabilisce che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso”. Il secondo prevede che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”. Merlin cominciò fare le sue battaglie da femminista, quando in Italia le donne non avevano ancora diritto di voto né attivo né passivo. “Fu una vera partigiana – ricorda Elena Marinucci – fu femminista e riformista. Credeva nella possibilità di modificare la società con le leggi. E’ un dovere porre un suo busto al Senato della Repubblica”.

Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, sottolinea: “Diede tutti i suoi beni al partito e agli sfollati del Polesine. Si batte’ sempre per gli ultimi, prostitute comprese”. Laura Puppato, senatrice Pd, afferma: “Fu una donna coraggiosa, capace di dire cose scomode. Fu cattolica e scomunicata perché socialista. Ebbe coraggio per sé e per gli altri. Chiuse le case di tolleranza, ma la sua attività politica fu molto, molto più ampia”. Luigi Zanda, capogruppo dei senatori Pd, premette: “Io parlo da sardo e posso dire che i fascisti la esiliarono a Nuoro perché consideravano Nuoro la peggiore punizione possibile. Ignoravano che in quella zona c’è una straordinaria capacità culturale. Tra Merlin e i pastori sardi si creò’ un’empatia: antifascismo e povertà strinsero un’alleanza. Lina Merlin fu una persona straordinaria e le sue qualità precedono la dimensione politica”. Lina Merlin fu aiutata dai sardi, che le passarono il necessario per vivere quando i fascisti le tolsero l’indennità di confino. Merlin continuò a ricevere e onorare le sue amicizie sarde anche da senatrice. “Le linee guida di Lina Merlin furono pace e libertà- dice Pia Locatelli, capogruppo dei deputati Psi – rivendicò il suo essere ottocentesca, deamicisiana e romantica. Al Pci che le offrì di cambiare partito, Merlin rispose: ‘Sarei una pessima comunista perché non sopporto la soggezione’. Le donne nell’Assemblea Costituente furono 21, ma fecero più allora per la causa femminile che non le 300 parlamentari donne dell’attuale legislatura”. Nel 1958, durante il dibattito parlamentare sull’abolizione delle case chiuse, un deputato obiettò: “Perché abolirle? Svolgono una funzione sociale. Servono a proteggere la salute pubblica”. La risposta della parlamentare socialista fu fulminante: “Benissimo. Allora per la funzione sociale creiamo una sorta di servizio di leva di 6 mesi per tutte le ventenni, naturalmente includendo le vostre figlie e le vostre sorelle”. Questa replica è il ritratto migliore di Lina Merlin.
(Fonte AGI) Mal

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