“Aumento delle pensioni minime, risorse per studenti meritevoli ma bisognosi e un piano casa da 75.000 alloggi popolari, e politiche a favore dell’occupazione femminile”. Queste le priorità dei socialisti per la prossima legge di bilancio illustrate da Pia Locatelli alla Festa dell’Avanti, nel corso del dibattito con Marco Gay, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria; Tommaso Nannicini, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Ettore Rosato, Capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati.
“Sono contenta che il governo che noi sosteniamo lealmente si sia stia confrontando con i sindacati. Pensioni: bisogna interenre sui redditi personali. Ci pare che i modelli econometrici del tesoro dicono che è più efficace intervenire dando prevalenza ai redditi, e quidi sulle pensioni minime. C’è una sorta di terrorismo verso i pensionati. Quando uno va in pensione non ha prospettive di miglioramento economico. Per questo bisogna smettere di fare terrorismo. Studenti. Vi è imbarazzo per il livello di laureanti bassissimo. Per questo facciamo innovazine con più difficoltà , e questo fa il paio con un Paese, il nostro, agli ultimi posti in classifica per investimeni in ricerva e sviluppo. Terzo gli alloggi popolari. Ho poi un impegno da chiedere al sottosegretario. In tutti paesi si dimostra che ove il tasso di lavoro femminile è più alto ci sono più figli. Ma c’è una misura immadiata: quello della condivisione famigliare degli oneri. Da noi c’è l’idea che i figli siano delle madri e non dei padri. Noi chiediamo una proposta per sollecitare il governo a rivedere la norma sul congedo familare e di considerare anche il congedo di paternità.
L’introduzione in Costituzione dell’obbligo del pareggio di bilancio dal 2014 (art.81) – peraltro molto italianamente e sistematicamente disatteso – ha indubbiamente complicato la vita del Governo a fronte di una crisi che dal 2008 continua disastrare i conti pubblici di mezzo mondo e non solo i nostri. Di fatto la novità introdotta nel 2012 impone binari precisi alla nostra economia, ovvero rispetto della libertà dei mercati, politiche monetarie unicamente rivolte al controllo dell’inflazione e divieto per lo Stato di qualsivoglia intervento in deficit spending.
Occorre dire onestamente che la misura venne adottata a fronte di una crisi terribile per il collocamento dei nostri titoli di debito, peraltro innescata da una decisione tutta politica della Germania di alleggerirsi dei titoli italiani, così come molte delle altre misure adottate successivamente anche dal Governo Monti. Altrettanto onestamente bisogna anche dire che le politiche keynesiane anticicliche adottate da molti Governi hanno funzionato poco o nulla e anche in Italia si è visto che hanno dato scarsissimi frutti gli interventi sul lato della spesa.
In sostanza la misura risulta inutile, impraticabile o controproducente a seconda delle situazioni e avrebbe avuto un senso e una dimensione nei suoi effetti affatto diversa se fosse stata inserita in un quadro di omogeneizzazione dell’economia europea con l’unificazione del sistema fiscale, con successive cessioni di sovranità, per arrivare realmente a un’Europa federale. Così com’è è soltanto un altro laccio che impedisce o rallenta i movimenti”.
L’intervento di Pia Locatelli