mercoledì 20 Maggio 2015

Interpellanza su inquinamento Italcementi


20 maggio 2015 Iniziative di competenza in relazione all’utilizzo di combustibili solidi secondari nello stabilimento della Italcementi Spa nel comune di Calusco d’Adda Bergamo n. 3-01513 Locatelli (risposta immediata).

 

Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, questa interrogazione mi è stata sollecitata localmente, in specifico modo in quanto cittadina di Calusco, ma di fatto interessa la situazione ambientale generale dell’isola bergamasca, perché nel raggio di pochi chilometri vi sono numerosi insediamenti – parlo di termovalorizzatori e cementifici – a Dalmine, Filago, Trezzo sull’Adda e Calusco d’Adda; però, nel merito specifico del cementificio, Italcementi, nell’ottobre scorso, ha presentato alla provincia di Bergamo un progetto per incrementarne da 30 mila a 110 mila tonnellate annue il quantitativo di combustibili CSS. Non solo: questo progetto prevede anche la diversificazione delle tipologie di rifiuti, compresi quelli costituiti da plastiche e gomme, coriandolo di matrice plastica e pneumatici. Non solo: il protocollo, sempre sottoscritto da Italcementi prevedeva tre anni fa un impegno a collegare ferroviariamente lo stabilimento e la stazione ferroviaria di Calusco.

Sì, ora arrivo al quesito. Comunque, di questo collegamento non si è visto nulla.

Nell’ottobre del 2013, il Governo ha assunto impegni precisi proprio sull’utilizzo del CSS e la domanda è: questi impegni, che danno luogo ad iniziative, si sono verificati ? È stato cioè verificato lo stato dei luoghi, il livello di inquinamento e la tracciabilità dei combustibili, i monitoraggi… ?

 

 

Risposta governo

 

GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signora Presidente. Con il decreto ministeriale n. 22 del 14 febbraio 2013 è stata dettata la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidi secondari, i cosiddetti CSS. Questo provvedimento è una delle misure di attuazione della disciplina europea e prevede specifici criteri per la produzione e l’utilizzo del CSS, nonché la definizione dei valori limite per le sostanze inquinanti in esso contenute e per le emissioni in atmosfera.

Con questa iniziativa, non si opera certamente una trasformazione dei cementifici in impianti di incenerimento; al contrario, si limita l’utilizzo del CSS combustibile ai soli cementifici che, nell’ambito dell’autorizzazione ambientale integrata, rispettino i valori limite di emissione e le condizioni di esercizio degli impianti di coincenerimento, cioè di recupero

Pertanto, sia i cementifici, che gli impianti di coincenerimento operano alle medesime condizioni per quanto riguarda i valori limite di emissione degli inquinanti in atmosfera. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare non è titolare di procedimenti autorizzativi sull’utilizzo di CSS presso i cementifici, competenza invece rimessa in capo alle regioni e, nel caso dello stabilimento da lei citato, per delega alla competente provincia di Bergamo.

L’impegno che il Ministero si è assunto con il decreto n. 22 è stato quello di istituire un comitato di vigilanza e controllo quale organo per monitorare la produzione, le caratteristiche e l’utilizzo del CSS combustibile, nonché in generale l’attuazione del regolamento per promuovere iniziative di divulgazione pubblica e sottoporre proposte integrative e correttive della disciplina tecnica.

È imminente a questo proposito la formulazione del primo rapporto annuale del comitato, il quale ha realizzato il monitoraggio della produzione dell’utilizzo del CSS combustibile, acquisendo i dati dalle amministrazioni pubbliche competenti al rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti di produzione, tra i quali appunto l’Italcementi di Calusco d’Adda.

E su questo stabilimento, fermo restando il fatto che la competenza dei controlli in materia ambientale e sulla salute pubblica è in capo alle ARPA e alle ASL competenti, il mio Ministero è chiaramente a disposizione per dare supporto necessario attraverso l’ISPRA, qualora richiesto.

Più in generale, proprio grazie al lavoro del comitato, è possibile sin d’ora ritenere opportuno intervenire con iniziative chiarificatrici, volte, ad esempio, ad eliminare possibili discrasie applicative, distinguendo più chiaramente tra CDR combustibile di rifiuto, CSS rifiuto e CSS combustibile, anche mediante la realizzazione di un sito web per favorire l’interlocuzione con gli enti territoriali responsabili del rilascio dell’autorizzazione. L’obiettivo è portare a conoscenza del pubblico tutte le informazioni utili sulla produzione e l’utilizzo del CSS nella chiarezza e nella trasparenza.

 

Replica

Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, ma non posso dire di essere soddisfatta, sono in qualche modo soddisfatta a metà. Perché ? Intanto c’era stato un impegno del Governo – e qui c’è il precedente Ministro – che assumeva davvero degli impegni precisi, poi sono un po’ cambiate le situazioni, però gli impegni, dal mio punto di vista, rimangono impegni e, quindi, quando ci si impegna ad avviare, non solo a fare approfondimenti, ma anche a definire e controllare il quadro aggiornato, senza dire che tocca agli altri, a me parrebbe che questi impegni si debbano mantenere comunque. Tra gli impegni c’era quello – che per adesso pare che questo Ministero si sia impegnato ad avviare – di prevedere adeguati strumenti di informazione in relazione ai progettati utilizzi anche dei singoli cementifici, ma con l’obiettivo di tenere informata la popolazione, di far aumentare questa consapevolezza ambientale. Però, a me è parso che la sua risposta sia stata un rimandare ad altri enti questo lavoro di tutela dell’ambiente e di tutela della salute delle persone in qualsiasi posto del nostro Paese. Allora, posso dire che, mentre le riconosco che un po’ di lavoro si sta facendo, c’è in qualche modo una sorta di fuga dalle responsabilità precise che si erano assunte durante la discussione della mozione 1-00193, che aveva visto l’impegno del Governo, ma soprattutto l’impegno corale di tutto il Parlamento e di tutte le forze politiche, per diffondere questa consapevolezza e maturità ambientale.