Informativa urgente del Governo sui recenti eventi alluvionali che hanno colpito le Marche
Signora Presidente, la tragedia che ha colpito le Marche rappresenta solo l’ultimo atto di uno stillicidio di cui è responsabile non il maltempo, ma il dissesto idrogeologico e chi lo favorisce. Quando ogni anno si registrano vittime delle prime piogge e interi Paesi finiscono in ginocchio è evidente che parlare di emergenza risulta fuorviante.
Il nostro territorio è pesantemente a rischio e c’è necessità di fare azioni di prevenzione e non rincorrere tragedie che costano, in termini di vite umane, oltre che di risorse finanziarie. Ci troviamo di fronte ad una situazione grave, denunciata da tempo e che ci si ostina a non volere inquadrare per quella che è, un vero e proprio rischio per la sicurezza nazionale, che noi persone causiamo. Troppo sfruttamento disordinato del territorio, troppa devastazione e scarsa, scarsissima gestione.
Dobbiamo riprendere nelle nostre mani il governo del territorio, tenendo ben presenti i segnali di allarme che ci arrivano, ad esempio, dal Consiglio nazionale dei geologi, che ha denunciato che una buona parte, pare oltre il 60 per cento del nostro territorio, è a rischio idrogeologico e che il 50 per cento delle scuole italiane non ha il certificato di agibilità.
Sono dati quasi incredibili che mettono i brividi e chi ci inchiodano alle responsabilità e non permettono a nessuno di nascondersi dietro un dito. Di fatto, stiamo mettendo a repentaglio la sicurezza del Paese e delle future generazioni in maniera prevedibile, anzi prevista e quindi non possiamo parlare di emergenza.
È evidente che di fronte a tragedie come quella che ha colpito le Marche la solidarietà del mondo politico non basta perché il nostro dovere è quello di tradurre in norme la sicurezza degli italiani, il bisogno di sicurezza. Quindi, concludo con una proposta: il Governo escluda dai vincoli previsti dal Patto di stabilità tutte le spese volte a finanziare il contrasto al dissesto idrogeologico e poi mi verrebbe da dire che non basta, ma forse bisogna dire: «basta» ai tavoli che fanno perdere tempo, se fanno perdere tempo, e facciamo leggi per agire sulla prevenzione, la tutela del territorio e che pure prevedano pesanti sanzioni per chi il territorio lo distrugge.