Intervento in Aula sull’informativa della Ministra della Salute in merito all’applicazione della 194
La distribuzione del servizio sul territorio: la sua relazione dell’ottobre scorso presenta numeri e soprattutto medie secondo me con un approccio un po’ “manipolatorio”. Mi spiego: a me pare evidente l’intenzione di far vedere che il servizio tutto sommato va bene, che le medie sono accettabili. Sappiamo bene che i dati sono raccolti dalle Regioni, ma lei ha istituito un tavolo permanente di monitoraggio con le regioni, di cui le diamo atto, e non può quindi non vedere che queste statistiche raffrontano a volte dati non confrontabili e comunque non bastano a fotografare la situazione, basti pensare agli aborti fai da te. Io ad esempio vorrei sapere quanti sono i medici non obiettori che operano nelle strutture dove si effettua l’IVG e solo in quelle. Al di là di come sono rilevati o “lavorati” i dati, mi permetto di dirle che l’uso delle medie nel caso della IVG non ha molto senso. Bisogna occuparsi e preoccuparsi della distribuzione del servizio sul territorio, non delle medie. Le chiedo di ricordare la poesia di Trilussa, la statistica: a tutti statisticamente tocca un pollo all’anno. La realtà è spesso che una persona mangia due polli e una resta a bocca asciutta. Ecco io penso alle donne che restano a bocca asciutta, quelle che magari alla fine ce la fanno a interrompere la gravidanza ma dopo un percorso umiliante e degradante.
L’applicazione dei migliori standard di cura: bisogna smettere di trattare la IVG come la cenerentola delle ginecologie. C’è il dovere di dare indicazioni per i migliori standard di cura, ad esempio l’uso del metodo farmacologico per l’IVG, che è utilizzato solo nel 12% dei casi. E’ opportuno che venga dato l’indirizzo alle Regioni affinche applichino anche questo metodo previsto dai migliori standard di cura. Questo risolverebbe in parte il problema dell’obiezione e degli aborti fai date.
Ultimo tema, infine, quello del ricovero di tre giorni previsto in caso di IVG con metodo farmacologico. Una prescrizione che andrebbe rivista (in molte realtà già è previsto il day hospital), consentendo un risparmio di fondi, che potrebbero essere utilizzati per la riapertura di consultori utili anche per una maggiore diffusione della contraccezione, la più efficace azione di prevenzione dell’aborto.
Un’ultima raccomandazione: il decreto legislativo sulle depenalizzazioni prevede l’inasprimento delle multe, ora di 51 euro, da 5 mila a 10000 euro per chi abortisce in strutture non autorizzate. Cancelli questa norma, è una norma sbagliata, crudele .