venerdì 18 Dicembre 2015

In ricordo di Armando Cossutta


Con Armando Cossutta se ne va un pezzo della storia del nostro Paese, uno dei grandi esponenti del Partito Comunista, un uomo politico serio e appassionato che fece della politica e della sua appartenenza al Partito Comunista una ragione di vita.
Le distanze fra le idee e il credo di Cossutta e quello dei socialisti sono state enormi. Filosovietico fino alla fine, anche quando furono evidenti gli errori e pure i crimini del comunismo, fu un avversario da contrastare, ma anche da rispettare. Infatti, c’era un tempo – lo dico ad alcune giovani forze arrivate da poco alla politica – in cui si poteva essere avversari usando armi politiche e non le indagini della magistratura, gli insulti e le speculazioni, anche mediatiche.
Fu uno dei pochi, a proposito della violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, nata nel 1974 e abrogata quasi dopo vent’anni, con il referendum del 1993, a parlare della necessità, appunto, di un’operazione verità, affermando che tale violazione si era verificata da parte di quasi tutti i partiti politici e a partire dai più grandi, per la mancata iscrizione a bilancio di somme di provenienza sia straniera che italiana. Lui, comunista, ammise di fatto quello che i socialisti dicevano da anni. Ma sui famosi rubli provenienti da Mosca l’allora magistratura non volle mai indagare fino in fondo.
Ancora una volta, noi socialisti riconosciamo la sua coerenza e salutiamo l’avversario con stima e rispetto