Oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia, purtroppo necessaria perché ancora oggi succede che una persona sia giudicata, criticata, irrisa, discriminata, a volte anche malmenata o uccisa per il proprio orientamento sessuale. Secondo il rapporto annuale dell’Ilga, International Lesbian, Gay, Bisexual and Trans and Intersex association, sono 75 i Paesi dove l’omosessualità è considerata un reato, 13 quelli che prevedono la pena di morte per atti omosessuali; in 14 la pena varia dai 15 anni all’ergastolo, 17 in cui sono in vigore leggi che limitano la libertà di espressione sull’orientamento sessuale. In quasi la metà degli Stati del mondo vi sono vere e proprie violazioni dei diritti umani che non dobbiamo mai smettere di denunciare e contrastare.
L’Italia non è un Paese dalle situazioni estreme, però vi sono realtà in cui l’omofobia resiste e ha radici profonde.
Abbiamo appena approvato una legge che finalmente dà alcuni diritti alle coppie omosessuali: ci abbiamo messo quasi trent’anni anche se non siamo riusciti a eliminare tutte le discriminazioni sulla base dell’orientamento sessuale.
Non abbiamo, invece, completato l’iter del disegno di legge contro l’omofobia. La Camera nel settembre 2013 ha licenziato un testo che non ci entusiasma, ma che è un passo avanti. Un testo che da 970 giorni giace in Senato in attesa di essere discusso. Noi socialisti chiediamo al Governo, che ha imposto un’accelerazione su tanti provvedimenti, di farlo anche per questo: non è una legge delle persone omosessuali o transessuali, né una legge di una parte politica; è una legge che appartiene a tutta la collettività, una legge che ci rende più civili.