Comunicazioni del Governo
Signor Presidente, se anche mi costringessero, non potrei votare contro un Governo di donne e uomini alla pari, davvero non potrei. Ho seguito, anzi inseguito nel mondo queste esperienze, poche per la verità. Dal Cile del primo Governo Bachelet alla Svezia di oggi, dalla Spagna di Zapatero alla Finlandia del conservatore Katainen. Ora tocca al nostro Paese: benissimo. Adesso però bisogna passare dai numeri che contano alle politiche che pesano e che devono tenere in conto che quello che si fa impatta sulla vita degli uomini e delle donne in maniera diversa. Le conseguenze non sono uguali perché le donne e gli uomini sono diversi ma hanno lo stesso diritto ad una vita degna. Le politiche non sono neutre. Nel suo Governo, signor Presidente, qualcuno se ne deve occupare ed è un compito che richiede il lavoro a tempo pieno.
Mi permetto, quindi, di suggerire una figura nel suo Governo, presso la Presidenza del Consiglio, con il compito di valutare prima, e verificare poi, le conseguenze dell’impatto di genere di tutte le leggi approvate e da approvare nella legislatura. Le chiedo di applicare questo monitoraggio da subito, a partire dalla legge elettorale. Pensiamo alle ultime due tornate elettorali regionali: zero donne in Basilicata, come in Qatar; quattro donne in Sardegna, come nel Tuvalu. Abbiamo già valutato l’impatto della sua legge elettorale: per mantenere il Parlamento al livello del suo Governo, di questo Governo, ci vuole l’alternanza tra singole candidature e pari capilista. Crede o non crede nella bontà del suo Governo ? Se sì, allora ci si deve adeguare, e in questo modo renderemo il Parlamento, il nostro Paese, in linea con gli Stati più avanzati d’Europa.
Europa, una dimensione imprescindibile, e non solo in termini ideali, che pure hanno il loro valore. Le elezioni europee sono alle porte e crediamo, noi socialisti, di avere contribuito a renderle più europee con la mozione, sottoscritta poi da molti, ma approvata dal Governo, che impegna a recepire la raccomandazione della Commissione UE perché sulle schede elettorali sia indicata la filiazione europea dei partiti nazionali. Saremo il primo Paese a farlo e siamo orgogliosi di questo primato. Per una volta siamo noi, l’Italia, a fare da esempio al resto d’Europa. Grazie e auguri