Conversione in legge del decreto-legge 9 giugno 2016, n. 98, recante disposizioni urgenti per il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali del gruppo ILVA
Dichiarazione di voto
Con la conversione in legge del decreto in esame quest’Aula torna ad occuparsi ancora una volta dell’ILVA e delle delicatissime questioni ad essa connessa. L’urgenza di provvedere, così come la gravità delle situazioni oggetto del decreto, sono lampanti: su di esse, dunque, non occorre spendere una parola di più.
Nel merito, il decreto-legge che ci accingiamo a convertire interviene nuovamente sulle procedure di cessione di questo complesso aziendale a soggetti terzi, nonché sulla previsione di ulteriori misure di dettaglio volte a guidare questa delicata fase di passaggio, assicurando un’adeguata tutela dell’ambiente e della salute della popolazione di quel territorio.
In particolare, mi preme richiamare l’attenzione su alcune norme del decreto particolarmente significative, quali l’obbligo di restituzione degli importi erogati dallo Stato in capo alla stessa amministrazione straordinaria del Gruppo ILVA e l’istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un coordinamento tra la Regione Puglia e le altre amministrazioni statali e locali interessate, al fine di favorire lo scambio di informazioni circa l’attuazione del cosiddetto Piano ambientale.
Nel corso dell’esame in commissione è stato aggiunta la norma che prevede che i commissari straordinari trasmettano al Ministero dell’Ambiente una mappatura aggiornata dei rifiuti pericolosi presenti nel sito di Taranto.
La direzione è chiara:
– è stato definito un percorso articolato di recupero del sito industriale, nell’ambito del quale i diversi beni in gioco, come la salute, il lavoro, l’ambiente…., siano tutelati e garantiti al massimo livello possibile, e dove tutti gli attori, istituzionali e non, abbiamo ben chiaro il proprio ruolo e i propri obiettivi;
– e si tiene insieme la sopravvivenza di uno dei colossi dell’acciaio con la bonifica dei siti e con la riconversione produttiva, attraverso le migliori tecnologie esistenti.
Una sfida necessaria per l’occupazione e per la permanenza dell’industria siderurgica nel nostro Paese, anche in coerenza con gli obiettivi definiti a Parigi per la lotta ai cambiamenti climatici.
Molto dovrà essere ancora fatto riguardo alla questione ILVA, ma le misure contenute nel provvedimento che ci accingiamo ad approvare, rappresentano la prova tangibile dello sforzo che si sta compiendo per dare risposte adeguate a questa complessa vicenda.
Una vicenda rispetto alla quale il Parlamento non può tirarsi indietro, anzi, ha l’onere di sostenere l’azione del Governo, dal momento che le conseguenze di un eventuale ‘tentennamento’ o incertezza ricadrebbero direttamente sulla popolazione del territorio e non solo sui 14 mila lavoratori di Taranto, dei quasi 6 mila indiretti, sulle migliaia di fornitori), sui 1635 lavoratori di Genova Cornigliano e sui 70 lavoratori di Patrica, in provincia di Frosinone.
Alla luce di quanto esposto, esprimo il voto favorevole della componente socialista al presente disegno di legge di conversione.