Ho più volte sollecitato, anche in quest’aula, la rapida applicazione della legge contro il cyberbullismo. I fatti di cronaca, i suicidi di tanti giovani, da Carolina a Tiziana ad Andrea a Nadia, vittime della gogna mediatica lasciate senza tutele e protezione, rendono un intervento legislativo urgente e non più rinviabile.
Per questo motivo il gruppo socialista voterà a favore di questo provvedimento, anche se non possiamo non notare, come hanno già fatto il relatore Beni e la collega Campana nel corso della discussione generale, che si tratta di un’occasione mancata, di un provvedimento monco.
La Camera aveva incluso nella legge il bullismo ed esteso il provvedimento ai maggiorenni, ritenendo che bullismo e cyberbullismo non possono essere considerati due reati separati e che se è vero che le vittime sono spesso minori è anche vero che i cyberbulli sono spesso maggiorenni. Basti pensare alla recente pubblicazione del catalogo online di donne single “disponibili”, fatto con informazioni illecitamente carpite dai profili Facebook, in vendita al modico prezzo di 6,74 euro.
La maggioranza in Senato non ha ritenuto di approvare questo nostro ampliamento, ma appunto l’urgenza di avere un testo approvato prima dell’inizio del nuovo anno scolastico ci induce a non apportare nuove modifiche.
Questo provvedimento, comunque, se pur mutilato contiene molti aspetti positivi puntando non solo alla “punizione” ma soprattutto alla prevenzione e all’informazione: molti giovani che commettono atti di cyberbulllismo non sanno che stanno commettendo un reato. Per questo è fondamentale il coinvolgimento delle scuole in un processo di collaborazione con le famiglie. La legge è un primo passo che certamente non risolverà il problema ma, essendo un grave problema sociale, va affrontato con tutti i mezzi e le azioni possibili a cominciare dal controllo da parte dei gestori dei social network, la cui azione tempestiva è fondamentale e indispensabile.