Dichiarazione di voto di Pia Locatelli sulle mozioni concernenti iniziative in relazione al fenomeno della resistenza agli antibiotici
Ringrazio i colleghi e le colleghe che hanno riportato all’attenzione del Parlamento un tema che già abbiamo avuto modo di esaminare nel gennaio 2015 con la mozione presentata dall’onorevole Ilaria Capua sulle infezioni ospedaliere. Già allora avevamo sollecitato il Ministero della salute a istituire un sistema di sorveglianza nazionale e ad adottare iniziative efficaci mirate alla riduzione del consumo degli antibiotici anche in ambito ospedaliero e, soprattutto, nella vita di tutti i giorni, limitandone l’uso esclusivamente alle situazioni nelle quali ce ne sia reale necessità, come raccomandato dal Consiglio dell’Unione europea.
Oggi la situazione non è cambiata, e i numeri in nostro possesso ci dicono che siamo di fronte a una vera e propria emergenza.
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a un drammatico aumento di batteri patogeni resistenti a più agenti antibatterici e i batteri multiresistenti sono attualmente considerati la causa di 25.000 morti, ogni anno, in Europa e negli Stati Uniti. In Italia dal 7 al 10 per cento dei pazienti incorre annualmente in un’infezione di batteri resistenti alla maggior parte degli antibiotici utilizzati: si tratta di 280 mila casi l’anno, con 7 mila morti. Le cause di questa “resistenza” agli antibiotici sono imputabili al loro “abuso” o cattivo uso da parte di medici, ma anche agli stessi pazienti sempre più inclini alle cure “fai da te”, la cosiddetta “autoprescrizione”, oltre che all’utilizzo massiccio di antibiotici negli allevamenti.
Infine il tema della ricerca: sono stati privilegiati ambiti diversi da questo, altrettanto importanti, come la ricerca sui farmaci antitumorali, ma non si mettono in competizione settori così importanti.
Sollecitiamo quindi il Governo ad accelerare le procedure per la redazione del Piano nazionale contro l’antibioticoresistenza e per l’obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario, accompagnandola da una massiccia campagna di informazione e di educazione e a prevedere maggior investimenti per la ricerca.