Una commissione d’inchiesta per ripristinare la verità su quanto accaduto nel periodo di mani pulite. E’ la richiesta che fa il partito socialista nel corso di una conferenza stampa alla Camera a cui hanno preso parte Riccardo Nencini, Enrico Buemi, Oreste Pastorelli e Pia Locatelli. La richiesta, spiega il leader del Psi Nencini arriva dopo le dichiarazioni di Antonio di Pietro in un’intervista a Repubblica: “Siamo di fronte ad un novità che emerge da uno dei protagonisti del pool di mani pulite. Di Pietro in un’intervista dice “abbiamo distrutto 5 partiti'”, ma – aggiunge Nencini – la richiesta di una commissione d’inchiesta nasce da una frase detta dall’ex pm in cui parla di un consenso che si fonda sulla paura delle manette. Non essendo più Di Pietro un magistrato non possiamo rivolgerci al Csm, sarebbe una strada non percorribile. La strada maestra è quella di una commissione d’inchiesta che associ le due Camere per sapere due cose: se i metodi usati siano stati generalmente quelli di cui parla Di Pietro e poi se i diritti della difesa siano stati lesi. La commissione d’inchiesta – prosegue il viceministro – non deve indagare in modo generico su mani pulite, ma in sei mesi di lavoro deve se capire cosa ci sia dietro le dichiarazioni di Di Pietro. E’ stato applicato il diritto o la paura delle manette?”.
“Le parole di di DiPietro – ha aggiunto Pia Locatelli – mi sanno tanto di revisionismo di comodo. Dirle in questo momento alla vigilia delle elezioni è come se puntasse a rifarsi un’immagine per potersi ricandidare. Lo stesso revisionismo di comodo che ha portato giorni fa D’Alema a riabilitare Craxi, dopo 25 anni, per colpire Renzi. Noi socialisti non siamo revisionisti ma garantisti e vogliamo la verità”.