Grazie, signora Presidente. Il brutale assassinio della deputata laburista Jo Cox è un altro terribile segnale per l’Europa. Anche la Gran Bretagna, patria della democrazia, una delle più solide democrazie nel mondo, subisce le conseguenze dell’accendersi di pericolosi nazionalismi che alimentano odio e violenza. Sappiamo che il confronto politico, anche acceso, fa parte della normale dialettica, ma quando i toni si esasperano e le parole si caricano di violenza, c’è sempre qualche esaltato e, come ha detto il collega Cicchitto, gli esaltati si trovano in tutti fondamentalismi, di qualsiasi colore. C’è sempre qualche esaltato trasforma le parole in azioni.
Non è la prima volta che esponenti di partiti fratelli al nostro (i laburisti, i socialisti) pagano con la vita per le loro idee, a partire dall’omicidio del Primo Ministro svedese Olof Palme, trent’anni fa, fino a quello della Ministra degli esteri svedese Anna Lindh, nel 2003, fino alla strage di Utoya nel 2011, dove morirono 77 giovani socialisti e socialiste.
Come ha scritto Emanuele Macaluso dopo la morte di Jo Cox, uno dei meriti dell’europeismo e dell’internazionalismo socialista è stato quello di avere contrastato con i fatti il morbo del nazionalismo e del razzismo. Ora la malattia sembra tornare in Europa; lo abbiamo visto in Francia, lo abbiamo visto in Austria e lo vediamo in Italia, dove Matteo Salvini non perde occasione per accendere gli animi contro migranti e contro l’Europa.
Le parole di odio pronunciate per raccogliere consensi, oggi vengono amplificate dai social network. La facilità della comunicazione e l’anonimato favoriscono la diffusione, alimentandoli, di odio e di violenza. Si parla alla pancia e si annebbia la ragione: clima ideale per gli imprenditori dell’odio, come dice Luca Caracciolo, fino a quando qualcuno non si limita più alle parole e comincia a sparare. La giovane e battagliera deputata laburista, impegnata a sostenere la permanenza della Gran Bretagna nella UE e da sempre in prima linea contro razzismo e nazionalismo, è stata vittima di questo clima infuocato. L’assassino di Jo Cox non è solo l’uomo che l’ha uccisa, ma tutti coloro che, con le loro parole di odio e violenza, lo hanno armato. Naturalmente, signora Presidente, sono d’accordo con la sua proposta di dedicare la Commissione contro l’intolleranza a Jo Cox.