Abbiamo provato insieme soddisfazione e sollievo per l’esame superato sulla tenuta del sistema bancario europeo e italiano Per il nostro Paese l’esito è stato positivo con la sola eccezione del Monte dei Paschi che si è attrezzato subito per rimediare alla situazione con risorse private.
Siamo al sicuro? Non proprio, lo dimostra l’andamento delle borse dell’altro ieri e di ieri. Il problema è che chi lavora sul mercato in cerca di profitti, cerca, appunto, profitti e lo stress test affronta un solo, anche se importante aspetto, quello della solidità patrimoniale ma ora bisogna pensare all’equilibrio dinamico, perché senza redditività permanente, nessun livello di patrimonio protegge da possibili criticità future. Un esempio per tutti, che ci indica il prof Comana della Luiss: le nostre strutture operative costano come quando gli spread erano tra 5 e 10 punti.
Dà comunque soddisfazione vedere che l’Italia è ben piazzata nella classifica, smentendo certi pregiudizi nei nostri confronti e mostrando che altri paesi , che spesso salgono in cattedra, hanno a loro volta alcuni problemi da risolvere.
Rimane aperta la partita delle piccole banche, non tenute allo stress test e la cui situazione patrimoniale e gestione impattano sulla vita di tante persone, alcune delle quale accorte, altre troppo fiduciose perché delle banche sotto casa ci si fida a priori. E abbiamo visto cosa è successo con Banca Etruria, ecc…..
Infine una raccomandazione: dobbiamo accelerare, per quanto è possibile il percorso verso una vera unione bancaria. Bisogna però definire cosa intendiamo per Unione Bancaria: ci sono tanti dossier aperti sul tema a Bruxelles: è urgente definirli per poterli chiudere e partire tutti alla pari. L’esperienza di chi ha dato forti aiuti pubblici e poi ha considerato gravissimo che altri potessero seguirne l’esempio, anche se fuori tempo, non ha giovato a far percepire le nuove, come regole eque.