martedì 15 Luglio 2014

Adozioni internazionali


15 luglio 2014 Mozioni Binetti ed altri n. 1-00309, Santerini ed altri n. 1-00512 e Quartapelle Procopio ed altri n. 1-00326: Adozioni internazionali

 

Signor Presidente, 20 mila euro e due anni di attesa, è questa l’esperienza vissuta da una coppia che conosco e che ha adottato un bambino in Brasile, un vero e proprio calvario burocratico fatto di domande, di attese, di esami, di paure e di speranze. Una storia come tante che si è potuta concludere con un lieto fine solo perché la famiglia adottante aveva le disponibilità finanziarie necessarie.

Pensavo fosse un caso limite, isolato, invece, andando a guardare la media dei costi dichiarati dai vari enti autorizzati che si occupano di adozioni internazionali, una vera e propria giungla dove i prezzi variano di migliaia di euro, ho scoperto che è la norma. Fra costi effettivi dichiarati da enti e associazioni e costi sostenuti dalle famiglie, prima in Italia e poi all’estero, si parla di cifre che a volte superano i 30 mila euro. Le spese sono le più varie: produzione dei documenti che entrano a far parte del dossier adottivo, traduzioni, spese notarili, diritti di cancelleria, visti consolari, documenti di identità, spese mediche alle quali si aggiungono i costi di viaggio o dei viaggi che i futuri genitori devono fare per incontrare il bambino o la bambina, compresa la permanenza nel Paese di origine per periodi che variano da uno a due mesi. A questo si aggiunge l’assenza dal lavoro ed in alcuni casi anche il mancato guadagno. Ben venga quindi una mozione, quella a prima firma Quartapelle Procopio, che abbiamo sottoscritto, volta a snellire le pratiche, a dare tempi certi, a contenere costi e soprattutto ad aumentare il Fondo per le politiche per le famiglie e a prevedere agevolazioni fiscali per far sì che diventare genitori non sia una questione di reddito, un privilegio riservato ai ricchi, a chi se lo può permettere, ricordando sempre ovviamente che adottare un figlio o una figlia non è un atto egoistico per il quale bisogna in qualche modo pagare, ma un atto di amore che andrebbe sostenuto e agevolato pensando soprattutto al bene di bambini e bambine.