Ieri 25 settembre ricorreva il 120 anniversario della nascita di Sandro Pertini. Un socialista, una di quelle persone speciali che hanno fatto grande l’Italia: partigiano, padre costituente, Presidente della Repubblica, oltre che di questa Camera. Ma prima di tutto un socialista. Ed è bene ricordarlo e ribadirlo, perché troppo spesso nelle celebrazioni e nelle commemorazioni che si svolgono in suo nome, questo aspetto viene omesso e dimenticato. Come viene omessa e dimenticata tutta quella parte di storia che ha visto i socialisti protagonisti: si ricordano le persone, Turati, Matteotti, Nenni, Pertini, appunto, ma non si nomina la parola PSI. In un’epoca in cui il socialismo è dato per spacciato, è bene invece ricordare quanto il socialismo abbia dato a questo Paese in termini di idee, riforme, leggi e persone.
Come ha ricordato il nostro segretario Nencini, “Pertini amava dire che ciò che aveva fatto nella vita era stato spinto dalla fede socialista. Non l’aveva mai abbandonata. Senza di essa sarebbe stato zoppo”.
Eppure nelle celebrazioni organizzate tra sabato e domenica nella Regione Liguria, del ‘socialista Sandro’ non c’era menzione. Obliterata la sua vita, cancellato il ricordo della fuga di Turati in Francia novant’anni fa, azzerato l’esilio e le motivazioni che lo portarono a difendere la libertà. Il presidente Toti ha giustificato il mancato invito agli esponenti del Ps,i affermando che si trattava di una manifestazione aperta a chiunque volesse parteciparvi, citando le decine di iniziative per ricordare “un grande ligure, un grande presidente, un grande protagonista della storia del nostro Paese”. Ma non un grande socialista. Sono voluta intervenire per questo, perché almeno in quest’Aula che lo ha visto tante volte protagonista, la storia non venga cancellata.